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A cura di Ploomia

Uno spazio che punta i riflettori sugli ultimi trend del marketing, attraverso l'esperienza sul campo e l'aggiornamento costante.
Coglieremo insieme le innovazioni del mondo digital approfondendo novità e best practices nel mondo SEO, SEM, content, social media e influencer marketing. Condivisione e confronto: un flusso costante di aggiornamenti volto a capire e mettere in atto le strategie migliori per la crescita dell'azienda e delle persone che la animano.

09/02/2024
di Chiara Fedeli, Social Media&Influencer Manager Ploomia

Influencer Marketing: cosa cambia nel 2024

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Sono ormai settimane che il caso Ferragni ha portato alla ribalta su giornali, telegiornali e social l'Influencer Marketing. Da anni chi lavora in questo settore si batte affinché la comunicazione degli influencer sia sempre più trasparente e corretta possibile, necessità che i recenti avvenimenti hanno trasformato in emergenza.

Il caso “Balocco – Ferragni” punta i riflettori sull'intera categoria professionale, spingendo il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (“AGCOM”) a varare delle linee guida in materia di Influencer Marketing e a istituire un tavolo tecnico per definire le ulteriori misure per il rispetto delle previsioni del testo unico da parte degli influencer, che partirà il 5 marzo.

A chi si rivolgono e cosa prevedono le linee guida di AGCOM

Per prima cosa, all’interno delle linee guida di AGCOM, vengono definiti i soggetti interessati dal codice:

1. Influencer che propongono contenuti audiovisivi aventi le caratteristiche definite dalle presenti Linee guida comprendenti comunicazioni commerciali sulla base di accordi di qualsiasi tipo, dietro corresponsione di denaro ovvero fornitura di beni o servizi che cumulativamente:

  • a. raggiungono un numero di iscritti (i cosiddetti follower) pari, in sede di prima applicazione, ad almeno un milione, risultanti dalla somma degli iscritti sulle piattaforme e dei social media su cui operano;
  • b. hanno pubblicato nell’anno precedente alla rilevazione almeno 24 contenuti aventi le caratteristiche definite dalle presenti Linee guida;
  • c. abbiano superato almeno su una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio negli ultimi 6 mesi pari o superiore al 2%;

2. Soggetti che operano in maniera meno continuativa e strutturata, e che si caratterizzano per non raggiungere la soglia stabilita sopra del numero di follower e
di un significativo engagement rate, ai quali, di contro, non appare giustificata l’imposizione di tali oneri, fermo restando l’applicabilità ai contenuti dagli stessi pubblicati degli artt. 41 e 42 del testo unico.

In seconda battuta, il documento prevede una serie di regole di comportamento in ambito di pubblicità, privacy, diritto d’autore, tutela dei minori, dignità umana e incitamento alla discriminazione. Tali regole verranno successivamente integrate dal tavolo di lavoro previsto nei prossimi mesi.

Cosa cambia per chi lavora con l’influencer marketing?

Le previsioni sono molteplici e ambivalenti.

Sicuramente la normativa scoraggerà gli influencer “improvvisati”, quei creator inesperti che comunicano in maniera poco strutturata e pubblicano contenuti pubblicitari senza utilizzare hashtag né altre funzioni messe a disposizione dalle piattaforme. Come è già successo nel periodo del Covid per i concorsi a premi, ormai abbandonati in Italia da quasi tutti gli influencer (I concorsi a premi devono necessariamente essere regolamentati e registrati presso un notaio, NdR), anche i contenuti pubblicitari andranno progressivamente scemando se i creator si troveranno davanti a multe salate per non aver rispettato le regole.

Questo porterà sicuramente ad una diminuzione del numero di contenuti brandizzati ma, al contempo, ad una maggiore qualità e trasparenza da parte dei creator, tanto più quando la normativa verrà ampliata.

Come già successo in Francia, anche in Italia sarebbe auspicabile una legge che regolamenti le condizioni legali per riconoscere giuridicamente la professione di Influencer, al giorno d’oggi così potente e diffusa, eppure non ancora regolamentata. Un’azione di questo genere costituirebbe una tutela sia per i creator che per aziende e agenzie, le quali avrebbero la sicurezza di dialogare esclusivamente con professionisti, evitando il mare magnum di coloro che si spacciano per tali.

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