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06/05/2024
di Riccardo Brambilla, Country Manager Adform Italia

Adform: la gestione consapevole dell'identity porta a pianificazioni più efficaci

L'approccio neutrale all'addressability consente un maggiore engagement con l’utente ed è fondamentale nel mondo senza cookie di terze parti. L'intervento di Riccardo Brambilla, Country Manager Adform Italia

Riccardo Brambilla

Riccardo Brambilla

Da anni, in Adform siamo concentrati su un approccio neutrale all'addressability, basato sul concetto di multi-identity, semplificato e scalabile attraverso la soluzione proprietaria, ID Fusion. Sarà questo il filo conduttore della partecipazione di Adform a Netcomm Forum 2024, che sarà incentrata sul mondo dell’identity e dell’era cookieless. L’8 e il 9 maggio 2024 al MiCo - Fiera Milano - stand C04 - piano terra – con il team di Adform ci sarà la possibilità di approfondire ID Fusion e tutte le soluzioni di Adform per il digital advertising e, in particolare nel pomeriggio dell’8 maggio, insieme al team di Myndo, partner strategico di Adform, si discuterà dei benefici dell’integrazione tra i Master Data dell’adserver (log file) di Adform e la dashboard di Myndo, in grado di visualizzare i kpi necessari a ottimizzare in tempo reale i budget pubblicitari.

Un’occasione da non perdere anche a seguito dell’ennesimo rinvio dell’eliminazione dei cookie di terza parte di Google, che porta a chiedersi quanto si possa ancora aspettare per adottare soluzioni alternative testate, performanti, scalabili e flessibili che già ora permettono a molte aziende di sfruttare i vantaggi delle configurazioni di ID di prima parte.

Essere pronti e poter effettivamente raggiungere utenti incrementali in modo efficiente senza cookie di terze parti è un beneficio importante in termini di efficacia e performance della comunicazione pubblicitaria di un brand.

Indipendentemente dal fatto che Google Sandbox un giorno funzionerà e rispetterà o meno le indicazioni della Competition and Markets Authority (CMA) e del mercato, è sotto gli occhi di tutti la necessità per un brand di adottare il prima possibile una strategia complementare al solo utilizzo dei cookie di terze parti.

In Italia, il 37% dell'intero traffico internet ne è già privo e, di conseguenza, alcuni marketer non stanno entrando in contatto con una parte rilevante del proprio pubblico di riferimento, abitualmente presente negli ambienti senza cookie di Safari e Firefox. Da un sondaggio mondiale condotto tra aprile e giugno 2023 da Adform e YouGov è emerso che oltre la metà (il 53%) dei 3.000 responsabili marketing intervistati non fosse ancora pronto per la pubblicità senza cookie. Il dato allarmante è che il 57% del campione sostenesse di non essere ancora pienamente consapevole delle potenziali alternative disponibili.

La considerazione che il 73% dei primi 1.000 domini in Italia invii traffico di ID di prima parte deve far riflettere chi non abbia ancora adottato una strategia basata sull’identity. A frenarne l’adozione anche la frammentazione del mercato: editori tradizionali, piattaforme di social media, CTV e network di retail media stanno sperimentando le proprie soluzioni in ambienti cookieless, dando vita a un panorama frammentato composto da numerosi fornitori di ID che, singolarmente, non sono in grado di coprire in modo pervasivo il target presente nell'open web (Safari e FireFox).

Implementata nel 2020, ID Fusion è la soluzione cookieless di Adform, che ha l'ambizione di superare questa limitazione: semplificando, è la “fusione” di oltre 40 tra i più importanti vendor di ID internazionali e, soprattutto, è sviluppato in ottica privacy by design.

Chi lavora con targeting e attribuzione basati sugli ID, oltre a sostituire completamente le funzionalità dei cookie di terze parti, migliora l'efficacia e la sostenibilità delle campagne pubblicitarie digitali. Una reale reach incrementale e l’ottimizzazione del frequency capping sono infatti i maggiori vantaggi che si ottengono, grazie a un pieno controllo dell’esposizione cross canale del singolo consumatore allo stesso brand. Si tratta di un valore tangibile per gli inserzionisti, che potranno rivolgersi a un più ampio bacino di utenti, raggiungendo anche chi naviga su Safari e Firefox. In particolare, il controllo del frequency capping porta a un migliore utilizzo del media, a una corretta allocazione dei budget verso i canali di marketing più efficienti, migliorandone così le performance.

Un ulteriore vantaggio competitivo si concentra sulla sostenibilità: la riduzione delle impression inefficaci a favore di una frequenza “sotto controllo”, costruita su un targeting più pertinente e accurato, aumenta il livello di engagement e porta a una decarbonizzazione sistemica delle campagne digitali.

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