Wpp Group archivia un 2021 con performance finanziarie caratterizzate da una crescita particolarmente spiccata grazie all'andamento positivo di servizi digitali, ecommerce, offerta tecnologica e ad un new business che la società definisce “eccezionale”.
Il colosso britannico della pubblicità ha incassato 12,8 miliardi di sterline mettendo a segno una crescita organica del 12,1%, un trend migliore di quelli registrati dai suoi competitor: 10% per Publicis, 10,2% per Omnicom, 11,9% per Interpublic e 13% per Dentsu, percentuale che scende però al 9,7% se si esclude il business giapponese. Nel quarto trimestre l'incremento dei ricavi è stato, sempre a livello organico, del 10,8%.
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A livello geografico, la crescita è stata particolarmente alta per Wpp in Gran Bretagna (15%), in Europa Occidentale (14,5%) mentre in Nord America è stata del 9,7%.
Per quanto riguarda il mercato italiano, la filiale guidata dal ceo Simona Maggini ha ottenuto negli ultimi tre mesi dell'anno una crescita del 19,3% che segue i risultati positivi dei precedimenti trimestri (+12,4 nel Q1, +52,7% nel Q2 e +14,3% nel Q3).
“È stato un anno eccezionale per Wpp”, commenta Mark Read, Chief Executive Officer di Wpp. “La forte domanda per i nostri servizi nel marketing digitale, nei media, nell'ecommerce e nella tecnologia ha portato alla nostra crescita organica più importante da oltre 20 anni. Di conseguenza, siamo in anticipo di due anni rispetto al nostro piano, avendo raggiunto nel 2021 l’obiettivo di entrate per il 2023”.
La vittoria nella gara globale di The Coca-Cola Company, l’ampliamento dell’incarico media di Google e la continuazione del rapporto di lunga data con Unilever, ha detto poi Read, “dimostrano il valore che tre delle principali organizzazioni di marketing del mondo attribuiscono a Wpp”.
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Alla luce dei risultati ottenuti, Wpp ha deciso di distribuire ai suoi oltre 50.000 dipendenti un bonus di 592 milioni di sterline.
Wpp guarda ora con fiducia al 2022 e prevede una crescita di circa il 5%, più o meno in linea con le permformance attese dai competitor, comprese infatti tra il 4% e il 6%.