L’online adv al bivio cookieless: le soluzioni ci sono, ma la frammentazione frena gli advertiser. Cresce l’importanza del mobile
I dati raccolti tramite smartphone sono sempre più centrali e il mercato pubblicitario sul mezzo ha più che raddoppiato il suo valore in 4 anni. Ecco i dati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano
Il mobile come alternativa allo scenario cookieless: raccolta, utilizzo e opportunità
Nello scenario senza cookie acquistano sempre più importanza i dati raccolti tramite il Mobile Advertising ID (MAID).
Lo smartphone, infatti, è ormai considerato un canale imprescindibile nelle strategie pubblicitarie delle aziende: l’85% delle aziende italiane investitrici in advertising inserisce il mobile nelle proprie pianificazioni e circa un terzo ne definisce obiettivi e KPI specifici.
Un’ulteriore conferma è data dalla dinamica del mercato del mobile advertising: negli ultimi 4 anni ha più che raddoppiato il suo valore (+117%). Si è avvicinato nel 2021 ai 2,4 miliardi di euro di raccolta, confermandosi il principale device di fruizione dell’internet advertising con un peso del 56%.
Ma non solo: per la raccolta totalizzata, il mobile è stato, nel 2021, il secondo device dopo la tv, con una quota del 25% del totale mercato pubblicitario italiano.
L’importanza raggiunta dal mobile è riconducibile alle sue specificità, che non sono replicabili sugli altri mezzi. Un esempio evidente è dato dalle campagne geo-localizzate e di drive to store, la cui pianificazione si basa principalmente su una logica di geo-fence, per le quali è fondamentale individuare la posizione dell’utente e identificare il momento ideale per l’invio di messaggi significativi e contestuali.
Tali campagne sono particolarmente utilizzate dai brand: dalla ricerca emerge che il 64% delle aziende investe in iniziative di drive to store e, tra queste, circa una su cinque lo fa dedicandogli più del 50% della propria spesa in mobile advertising.