L'Upa, l’associazione che riunisce i più importanti investitori pubblicitari in Italia, rivede le stime di chiusura sugli investimenti pubblicitari nel 2020, con una previsione di un calo del 12%.
«Si tratta di un dato molto migliorativo rispetto alle stime precedenti», ha sottolineato il Presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, durante il convegno di Upa e School of Management del Politecnico di Milano, Branding E-Volution, “Il senso della Marca e il futuro dell’advertising”. «Le previsioni sulla chiusura date a giugno riportavano un calo del -17%. Nel 2013, anno peggiore della crisi economica, c'era stata una perdita del 13%. Tenendo conto della volatilità della sistuazione, possiamo quindi guardare ai prossimi mesi con una certa fiducia».
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«Pian piano stiamo uscendo da un periodo drammatico - ha detto ancora Sassoli de Bianchi -, una fase di turbolenza inizata nel 2008 che ha visto susseguirsi tanti fenomeni: in quell'anno non esistevano gli influencer, non si parlava di branded content nel mondo digitale e di programmatic buying. Quando consideriamo questi anni dobbiamo tenere conto anche delle grandi trasformazioni che hanno dovuto affrontare le nostre aziende per far fronte a queste tematiche".
Il presidente di Upa ha anche parlato dello sviluppo dell'online: «Uno dei fatti acquisiti è che siamo di fronte a una crescita del digitale che va avanti da anni. Per chi fa marketing capirne le dinamiche rientra nell'ambito delle necessità e non più delle possibilità. Branding evolution nasce sul bisogno di trovare risposte a domande di fondo, quelle strategiche che gli investitori si pongono per dare una certezza su ritorno degli investimenti in una prospettiva di crescita».
«Il digitale racchide opportunità e rischi - ha continuato Sassoli de Bianchi. - Tra quest'ultimi, il fatto che sia spesso poco trasaprente, poco regolamentato, difficilmente controllabile ma il futuro è nel digital e quindi dobbiamo far fronte a tutti questi fattor»".
Tre gli esempi virtuosi che hanno messo in luce come l'online sia in grado di attirare l'attenzione dei consumatori e di garantire l'inpulso all'acquisto, creando nuovi sentieri nel digitaleha detto il presidente dell'Upa figurano: Yoox, che ha creduta nele vendite online della moda quando nessuno pensava di farlo, Monclair, che ha posizionato i suoi siti come specchio dei negozi, dando la sensazione di scegliere i modelli che sarebbero andati sul mercato, e Heineken, che è stato in grado di creare una grande comunità di fan.
Introducendo i risultati della ricerca, ha spiegato Sassoli, «le aziende sono convinte che il valore di marca sia la base per costruire un valore economico futuro, ridurre sensibilità al prezzo, aumentare percezione della qualità. Parliamo di temi strategici con l'obiettivo di contribuire a costruire crescita solida, sana, sostenibile che valorizzi le professionalità».
La ricerca condotta da Upa e Polimi ha coinvolto sia aziende di marca sia player della comunicazione, mettendo in luce i rispettivi diversi approcci alle attuali dinamiche del mercato.
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