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18/04/2025
di Rosa Guerrieri

Nuova sentenza USA contro Google: detiene un monopolio illegale nella vendita di pubblicità

La sentenza potrebbe portare alla richiesta di scorporare i prodotti pubblicitari di Big G, che intanto dichiara: «Faremo appello»

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Nuovo brutto colpo per Google sul fronte antitrust. Dopo l’accusa lo scorso agosto, da parte di un giudice federale statunitense, di monopolio della ricerca online con Google Chrome - il giudice sta attualmente valutando la richiesta del Dipartimento di Giustizia USA della vendita del motore di ricerca, l’udienza è prevista lunedì -, e la recente denuncia di violazioni del Digital Markets Act (DMA) da parte della Commissione Europea, arriva adesso una nuova sentenza da parte di una giudice federale del Virginia, secondo cui Big G avrebbe monopolizzato scorrettamente le tecnologie per la pubblicità online. Una sentenza che potrebbe portare alla richiesta al colosso di Mountain View di scorporare i propri prodotti pubblicitari

La giudice ha affermato che Google "si è volontariamente impegnata in una serie di atti anticoncorrenziali per acquisire e mantenere il potere di monopolio nei mercati dei server pubblicitari per editori e degli ad exchange per la pubblicità display open-web". 


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Il caso in Virginia riguarda il ruolo di Google nell'intermediazione della vendita e del posizionamento di milioni di annunci ogni giorno su internet. Il giudice ha stabilito che Google detiene un monopolio illegale su servizi dedicati agli editori, ma non su servizi per gli inserzionisti, ed ha ordinato all'azienda e al governo di elaborare potenziali "rimedi" o soluzioni per ovviare a questo comportamento monopolistico.

"Abbiamo vinto metà di questo caso e faremo appello sull'altra metà", ha dichiarato Lee-Anne Mulholland, vicepresidente degli affari regolamentari di Google, dopo la pubblicazione della decisione. "Non siamo d'accordo con la decisione del Tribunale riguardo ai nostri strumenti per gli editori. Gli editori hanno molte opzioni e scelgono Google perché i nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria sono semplici, convenienti ed efficaci".

La giudice determinerà ora quali rimedi imporre a Google per ripristinare la concorrenza nel mercato. I pubblici ministeri del Dipartimento di Giustizia non hanno nascosto la loro intenzione di chiedere una cessione forzata della unit pubblicitaria della società. Ma quale che sia la decisione finale, pone interrogativi importanti sul futuro del business della pubblicità display di Big G che, riporta la stampa estera, genera circa 8 miliardi di dollari a trimestre.

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