Rai, Carlo Fuortes annuncia le dimissioni: “Non ci sono più le condizioni per proseguire”
L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes ha comunicato le sue dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze, un anno prima dunque della scadenza naturale del suo mandato, prevista nel 2024.
“Da decenni lavoro nell’amministrazione pubblica e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte”, spiega in una nota Fuortes, motivando la sua decisione nel fatto che “dall’inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Ho registrato all’interno del consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell’interesse dell’azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze”.
Nei giorni scorsi il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che introduce un nuovo limite anagrafico per gli amministratori dei teatri lirici, i 70 anni, oltre il quale decadranno automaticamente. Una norma letta da molti osservatori come figlia della volontà di mettere fuori gioco Stéphane Lissner, sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli, dove dovrebbe ora approdare proprio Fuortes.
“Nel primo anno di lavoro del nuovo consiglio di amministrazione con il governo Draghi il cda ha raggiunto grandi risultati per l’azienda”, sottolinea poi Fuortes tracciando un bilancio del suo operato. “Per citarne solo alcuni: nuovi programmi e palinsesti che hanno portato tra l’altro a un evidente rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per generi, un piano immobiliare strategico che si attendeva da decenni, un rilevante potenziamento di RaiPlay e dell’offerta digitale”.
“Il consiglio di amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmi dei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all’approvazione in cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa”.