Una società specializzata nell’offerta di servizi ecommerce, una vera e propria agenzia di digital e soprattutto di performance advertising e un’offerta editoriale ridisegnata per garantire risultati in forte crescita in termini di marginalità. Il tutto sostenuto da una struttura commerciale in grado di rappresentare sul mercato tutte le anime dell’azienda. È questa la nuova organizzazione con cui Triboo intende perseguire gli ambiziosi obiettivi di crescita delineati dal nuovo piano industriale 2020-2022, presentati oggi a Milano alla comunità finanziaria.
«Triboo è una realtà che ha investito tanto negli anni passati, acquisendo alcune delle realtà più promettenti del mercato digitale a assicurandosi i manager più preparati del settore», ha spiegato Marco Giapponese, dallo scorso luglio direttore generale della società che fa capo alla famiglia Corno. «Il gruppo però non è stato in grado di esprimere tutto il suo potenziale perché non ha parlato al mercato con una voce sola lasciando spazio piuttosto ai brand via via confluiti al suo interno. E così fino a poco tempo fa solo il 30% dei clienti di Triboo si rivolgeva alla società per più di un servizio, nonostante l’80% ne avesse in realtà bisogno. Con la nuova organizzazione, Triboo intende cambiare marcia e presentarsi come un’unica azienda in grado di gestire per i suoi clienti progetti digitali a 360 gradi».
Triboo da oggi opererà dunque sul mercato con tre divisioni di business, T-Commerce, T-Agency, T-Mediahouse e una quarta realtà, T-Lab, cui spetterà il compito di investire in nuovi progetti imprenditoriali. A guidare le unit saranno rispettivamente i responsabili Manuela Figini, Andrea De Marni e Giangiacomo Corno. Anche l’area delle vendite, guidata dal direttore commerciale Simone Sicuro (nella fotografia qui sotto), si muove sul mercato oggi in modo differente con consulenti formati per presentare (e vendere) alle aziende tutta l’offerta delle tre divisioni del gruppo.
Il contributo più importante alla crescita spetterà nei prossimi anni a T-Commerce. Triboo intende da un lato aumentare a livello internazionale il portafoglio di store online gestiti ed arrivare a fine piano a quota 130, attuando una politica di diversificazione del business che le permetterà di presidiare, oltre alla moda, il food, il pharma, la bellezza e l’area tech, dall’altro rafforzando le relazioni con i principali marketplace in tutto il mondo.
Un'agenzia sempre più votata al performance marketing
T-Agency, una divisione che già oggi vale circa 30 milioni di euro di fatturato «anche grazie alle tante gare vinte negli ultimi tempi», rafforzerà invece
l'offerta di servizi di performance marketing, in Italia e all’estero (Asia e Russia in primis) e amplierà la sua presenza anche nel settore dell'influencer marketing, posizionandosi sempre di più come un'agenzia di digital marketing a tutto tondo. «Stiamo lavorando in particolare per permettere alla nostra DMP di aumentare considerevolmente i dati sull’utenza dei nostri clienti, in modo da poter disporre di un patrimonio spendibile su tutto il mercato», dice ancora Giapponese.
I cinque brand al centro dell'offerta editoriale
Nell’area media Triboo si attende una crescita dei ricavi (3 milioni nel triennio) ma soprattutto un forte miglioramento della marginalità (1,7 milioni). Per questa ragione la società ha deciso di razionalizzare la sua offerta puntando su cinque brand verticali e su un’offerta di siti a performance in via di sviluppo. «Greenstyle, Motori, Agrodolce, Finanzaonline e Roba da Donne sono i brand editoriali con i quali intendiamo presidiare in maniera sempre più completa i settori dell’ecosostenibilità, dell’automotive, del food, della finanza e dei femminili. Nel corso dell’anno dunque tanti siti che fanno parte oggi del nostro network confluiranno all’interno di questi cinque portali contribuendo così ad un incremento del loro traffico». E non è tutto perché la società, spiega sempre Giapponese, «è in trattativa con diversi editori per acquisire altri siti che si occupano delle stesse tematiche, in modo da aumentare ulteriormente l’offerta e le audience dei nostri cinque portali». La nuova offerta editoriale sarà quindi «sempre più ricca di video e podcast e ci vedrà anche impegnati in modo più marcato nella realizzazione di contenuti digitali verticali per supportare la comunicazione dei nostri clienti».
Al centro della strategia di T-Mediahouse rimaranno poi le property focalizzate sulla tecnologia, come ad esempio Html.it, e quei siti che più si prestano alle attività di performance marketing. «Al riguardo contiamo di ampliare il nostro portafoglio con nuovi prodotti, tra cui a breve un sito dedicato al mondo della chirurgia estetica». La società continuerà inoltre ad occuparsi di pubblicità per conto terzi «con un network di oltre 200 siti che opererà sempre di più secondo le logiche della pubblicità programmatica».