Nel contesto digitale attuale, dove privacy, regolamentazioni e limitazioni tecniche pongono sfide crescenti al marketing digitale, Awin ha introdotto la Conversion Protection Initiative (CPI), un progetto nato per garantire accuratezza, trasparenza e affidabilità nel tracciamento delle conversioni affiliate.
Cos’è la Conversion Protection Initiative?
La Conversion Protection Initiative, lanciata da Awin nel 2024 e resa obbligatoria a partire dal 7 aprile 2025, rappresenta una risposta al progressivo declino dei metodi di tracciamento tradizionali — come i cookie di terze parti — e ai conseguenti rischi di mancato riconoscimento delle conversioni da parte dei publisher.
La CPI si basa su tre pilastri fondamentali, spiega Awin in una nota:
- Tracciamento Server-to-Server (S2S): un metodo più affidabile rispetto ai cookie, che consente di tracciare le conversioni anche in ambienti meno permissivi dal punto di vista della privacy.
- Tracciamento in-app: obbligatorio per gli advertiser che possiedono app mobile, tramite l’uso di Mobile Measurement Partner (MMP).
- Tracking probabilistico (overlay): un algoritmo sviluppato da Awin che stima e attribuisce in modo equo le conversioni potenzialmente perse, sulla base di modelli statistici storici e benchmark di settore.
L’impatto concreto per l’intero ecosistema
I risultati dell'iniziativa sono già tangibili su più fronti, racconta l'azienda:
- Recuperate oltre un milione di conversioni
- Tracciati e attribuiti oltre 86 milioni di euro di ricavi agli advertiser
- Reindirizzati quasi 8 milioni di euro in commissioni ai partner che hanno generato quelle vendite.
"In uno studio interno recente, il 22% delle conversioni tracciate in un campione di 25.000 vendite erano visibili solo grazie al tracciamento S2S. Questo dà la misura del problema e dell’opportunità. E i benefici vanno oltre la precisione tecnica. Gli advertiser che hanno implementato il tracciamento in-app stanno vedendo un impatto commerciale significativo sui loro programmi", spiega Ambra Badalamenti, Global Account Manager di Awin.
Ecco alcuni dei risultati elencati nel comunicato:
- +37% di ricavi
- +34% di vendite
- +29% di valore medio degli ordini
- +81% di aumento nei tassi di conversione
"Questi numeri non sono solo dati tecnici: raccontano una storia di equità e trasparenza per tutti gli attori coinvolti nella filiera dell’affiliate marketing", continua Ambra Badalamenti.
Per gli advertiser: performance e consapevolezza
Per i brand, "Adeguarsi ai requisiti tecnici richiesti dalla CPI (implementazione di S2S, tracking in-app, MMP, ecc.) ha significato migliorare la qualità del dato e la visibilità sulle performance reali delle proprie campagne. Questo ha permesso di ottimizzare gli investimenti, ridurre le discrepanze nei report, e agire tempestivamente in caso di anomalie nel tracciamento", ha spiegato la Global Account Manager di Awin.
Inoltre, la CPI ha acceso i riflettori su un tema spesso sottovalutato: l’importanza di un corretto settaggio del tracciamento. L’iniziativa ha portato molti advertiser a rivedere e aggiornare le proprie integrazioni tecniche, promuovendo una maggiore cultura del dato e della precisione.
Per i publisher: fiducia e guadagni equi
Per i publisher, "la CPI - continua Ambra Badalamenti - è una garanzia: anche in presenza di problemi tecnici lato advertiser, le conversioni potenzialmente perse vengono ora compensate attraverso modelli probabilistici. Questo si traduce in maggiori guadagni, ma soprattutto in una rinnovata fiducia nel modello di attribuzione".
Un tracciamento preciso è infatti essenziale per mantenere l’equilibrio tra impegno promozionale e remunerazione. Con la CPI, Awin riconosce in modo più trasparente e affidabile il valore che i publisher generano.
Per Awin: un posizionamento strategico
Per Awin, la CPI non è solo una risposta tecnica, ma anche un messaggio forte al mercato: "L’azienda si fa promotrice di un modello in cui la tecnologia è al servizio della fiducia reciproca tra advertiser e publisher. Awin si posiziona così come leader nell’evoluzione dell'affiliate marketing verso un futuro più sostenibile e tracciabile", prosegue la manager.
"La CPI ha portato con sé anche un cambiamento culturale. Ha contribuito a rendere centrale la questione del tracciamento non solo a livello tecnico, ma anche a livello di responsabilità e strategia. In un'epoca in cui le tecnologie cambiano rapidamente, e in cui la fiducia nel dato è cruciale per qualunque decisione, Awin ha posto un nuovo standard: non può esserci performance senza tracciamento corretto, né tracciamento corretto senza trasparenza".
"La Conversion Protection Initiative è molto più di un upgrade tecnico - ha concluso la manager. "È un cambio di paradigma che ha valorizzato tutti gli attori dell’ecosistema: advertiser, publisher ed Awin. È una risposta concreta alle sfide del tracciamento moderno e una dichiarazione d’intenti verso un affiliate marketing più equo, preciso e sostenibile. In un settore dove ogni conversione conta, Awin ha dimostrato che ogni conversione deve anche essere tracciata e riconosciuta nel modo giusto".