• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play

Branded Podcast Corner

Raffaele Costantino
a cura di Raffaele Costantino

Raffaele Costantino, Direttore creativo di Hypercast, racconta storie dal 2000. E' conduttore radiofonico, podcaster, consulente, art director per festival, brand e istituzioni. Tra le sue attività: Consulente Auditorium Parco Della Musica, E.T.I. Ministero Affari Esteri, Regione Lazio e RAI, Consulente per Soundreef, Nike, Carhartt, Vién, Asics e Jeep grazie al proprio network di influenza artistico-musicale, Conduttore MusicalBox (RadioRai2) dal 2008, dj e produttore (progetto Khalab).

24/06/2022

Hypercast: originalità ed eccellenza nel podcast

Hypercast_raffaele.jpg

Dal 2019 a oggi i podcast hanno conosciuto, anche in Italia, una lunga stagione di crescita che non dà segni di volersi arrestare. E se, all’inizio, i veri pionieri del genere erano tutti ascrivibili alla categoria “indie” – con l’eccezione di pochissimi grandi editori che si cimentavano – oggi sono moltissime le aziende che hanno compreso il valore enorme di questo strumento: è innegabile infatti la capacità del podcast di instaurare un legame diretto e intimo con l’ascoltatore, per molti motivi di cui il primo è, probabilmente, legato al tema della scelta. Chi ascolta un show ha voluto farlo, lo ha selezionato tra molti in base ai propri interessi, ai consigli di amici e influencer, ha “speso” tempo ed energie prima di iniziare l’ascolto e ora sceglie di farsi coinvolgere.

Proprio il tema della scelta è quello che merita di essere approfondito, perché se l’argomento sembra essere il veicolo iniziale, poi ci sono altri fattori che entrano in
gioco quando si tratta di continuare ad ascoltare o abbandonare lo show e passare oltre.

Tra i fattori che fanno davvero la differenza ci sono l’originalità e la qualità, che insieme sono fondamentali per creare la giusta atmosfera. Su questi perni ruota il nostro lavoro in Hypercast, branded podcast company che punta su un team di eccellenze nei tre ambiti che contribuiscono maggiormente al successo di un podcast: il sound design e le voci per creare l’atmosfera giusta e la scrittura. Ognuno di questi aspetti è curato da un talento.

Lavorando da anni nel settore musicale come DJ, con la mia trasmissione “Musical Box” su Radio2 e in quanto Direttore Creativo di Hypercast la musica, le voci e il concetto di geografia emozionale hanno un ruolo importante per me. Attraverso il suono riusciamo a ricreare territori o paesaggi basati sulla percezione, soggettiva ed emotiva, che di essi hanno le persone.

La musica, gli effetti sonori, le voci, sono elementi capaci di accendere immagini nitide nella nostra mente e questo è per noi un costante terreno di studio. Fondendo linguaggi come  la geografia tradizionale, la  psicologia cognitiva, l'antropologia,  la sociologia, è nata la geografia emozionale sulla base di un bellissimo testo di Giuliana Bruno: L’atlante delle emozioni in viaggio tra arte, architettura e cinema. Raccontare gli spazi, rielaborandoli con questo approccio, li rende carichi di emotività ed epicità.

A Maurizio Bilancioni, producer e mio partner in studio, ho chiesto in che modo il sound design influenza l’ascolto e può trasformare un podcast: «Riprodurre
ambientazioni con il sound design, nella produzione di un podcast, può portare l'esperienza immersiva a un livello superiore. Grazie all’esperienza acquisita come producer musicale spesso è istintivo abbinare il suono analogico di una delle macchine in studio, come ad esempio il Moog Minitaur o il Roland Juno 106 con le ambientazioni sci-fi e utilizzare il sound in una forma creativa. Oppure se si sta raccontando di un temporale, inserire il suono della pioggia e dei tuoni fa immergere l’ascoltatore nel racconto trasportandolo proprio in mezzo alla tempesta tramite una forma più didascalica del sound design. Ovviamente questi sono solo esempi, le possibilità con il sound design sono infinite. Per il resto, la tecnologia audio-narrativa è in continua evoluzione, ed è nostro compito usarla nella maniera più pertinente per alimentare l'immaginario degli ascoltatori.»

A Matteo Strada, nostro responsabile del reparto autori, ho chiesto come si fa a scrivere per chi ascolta e quali sono le cose più importanti da mettere a fuoco: «La
prima cosa da chiedersi è: ascolterei mai quello che sto scrivendo? Se la risposta è si, possiamo iniziare il ragionamento. Poi è fondamentale definire l'audience: a chi mi voglio rivolgere? Questo mi aiuterà a stabilire come impostare la mia ricerca preliminare, quale linguaggio adottare, che grado di approfondimento devono
avere i contenuti. Seguendo questa traccia proverò anche a stabilire che tipo di rapporto voglio instaurare con l'ascoltatore, come mi pongo rispetto alla sua attenzione: sarò più confidenziale o istituzionale? Un'indicazione generale invece: dove possibile prediligere la chiarezza ed evitare la complessità, questo perché chi ascolta potrebbe farlo mentre svolge un'altra attività più o meno impegnativa e non devo metterlo in difficoltà disseminando trappole manieristiche sul percorso.»

Se il mondo indie conserva il fascino che hanno sempre i pionieri, è evidente però che quello dei podcast non è più un mondo da esplorare, ma un mercato evoluto e complesso: in questa nuova era, le branded podcast company come Hypercast diventano l’alleato indispensabile per le aziende che hanno scelto di cogliere quest’occasione per creare un legame solido e intimo con il proprio target.

scopri altri contenuti su