Il mondo del commercio, online e non, è fatto soprattutto di pagamenti.
Già, perché è sempre molto bello discutere di strategie, parlare di advertising e comunicazione ma alla fine bisogna arrivare al dunque: il momento del pagamento.
E online tanto quanto offline i pagamenti sono diversi a seconda del mercato geografico e del business di riferimento (b2c piuttosto che b2b).
Il trend per il futuro, almeno in Europa, è una perdita di quote di mercato delle carte pure e semplici a favore dei bonifici online (vedi: MyBank) e delle piattaforme di pagamento (i cosiddetti “eWallet”) – dati Global Payment reports, Worldpay data.
Nel paese dagli occhi a mandorla invece sta succedendo qualcos’altro e bisogna tenerne conto se si vuole fare business in oriente.
Una recente ricerca rivela che il numero di carte di pagamento in circolazione nel mondo ha raggiunto i 15 miliardi alla fine del 2017, con UnionPay che continua a detenere la quota maggiore.
I 15 miliardi di carte di pagamento in circolazione sono aumentate del 6% dalla fine del 2016, secondo il rapporto più recente di RBR “Report: Global Payment Cards Data and Forecasts to 2023”.
La crescita del mercato delle carte cinesi è stata forte per diversi anni e la tendenza è proseguita nel 2017, con un aumento del 9% delle carte in circolazione. Come detto, la maggior parte delle carte del paese è a marchio UnionPay e, anche se questo fronte, la Cina sta cominciando a tirare fuori i muscoli, un po’ come è successo online contro Google, Facebook o Uber. In quattro e quattr’otto fa piazza pulita della concorrenza, anche dall’oggi al domani.
Le normative cinesi infatti incoraggiano la crescita di UnionPay: per molti anni, le carte di UnionPay erano emesse a doppio marchio con Visa e Mastercard (in modo da permettere l’utente di utilizzare la propria carta su più circuiti), ma un regolamento del 2017 ne vieta l’emissione. Poiché quindi tutte le carte cinesi emesse per uso domestico devono essere di marca UnionPay, le banche stanno rilasciando solo carte UnionPay per sostituire quelle con doppio badge esistente anche se i clienti possono richiedere una carta internazionale per l'uso all'estero.
"Mentre alcuni consumatori e aziende cinesi richiederanno una carta Visa o Mastercard, UnionPay rappresenterà la maggior parte delle carte cinesi per il prossimo futuro", spiega Daniel Dawson che ha condotto la ricerca di RBR.
"UnionPay mirerà anche ad espandersi a livello internazionale, ma la lunga storia di Visa e Mastercard in altri mercati consentirà loro di resistere alle pressioni dei nuovi concorrenti".
Non ti sembra di avere già visto questo comportamento in altri settori in Cina?
A me sì, la storia si ripete (leggi qui, qui e qui).
Per difendere il proprio mercato i cinesi mettono sempre mano alle leggi o di traverso il loro Governo. Oggi a pagarne le spese sono Visa e Mastercard, ma in futuro?
Tra le altre cose: nel tuo business accetti carte a marchio UnionPay? Se la risposta fosse no, ti ho dato qualche indicazione che ti dovrebbe far riflettere.
La Cina è un mercato che si difende e lo fa in tutti i modi. Entrarci da soli è davvero complesso. Bisogna trovare dei partner, collaborare con altre aziende sul territorio. Perché quello delle carte è un altro segnale che dice: se vuoi far business con noi devi farlo alle nostre condizioni. Non si scappa.
Forza e coraggio.