«Cafona» è l’aggettivo più benevolo che Alessandra Amoroso, nota cantante uscita dalla cantera di Maria De Filippi, si è beccata negli ultimi mesi. L’artista è infatti al centro di una bufera che, tra alti e bassi, non accenna a diminuire e continua a scuotere i social creando, come in ogni altra cosa, una spaccatura tra chi la difende a spada tratta e chi invece è irrimediabilmente deluso dal suo comportamento.
Facciamo un passo indietro, cosa è successo? Tutto inizia da un video diventato immediatamente virale: Amoroso si rifiuta di autografare il cuscino di una fan perché - spiega lei stessa immediatamente - non avrebbe il tempo di regalare la stessa possibilità a tutti i sostenitori assiepati e non vuol fare differenze tra di loro.
La spiegazione è lineare e – mi permetto di entrare brevemente nel merito – anche comprensibile, eppure non convince e si vede subito che non è sufficiente a placare la schiera di detrattori.
Gli squali – per tali intendendo sia quei giornalisti appollaiati in attesa di un succoso scandalo sia le centinaia di anonimi commentatori che affollano quotidianamente il web – quando sentono odore di sangue non possono fare a meno di attaccare. E così, come un effetto domino, le critiche si moltiplicano, i detrattori anche e iniziano a fioccare testimonianze video che condannano ulteriormente Amoroso.
Eppure il segnale che sarebbe dovuto arrivare all’entourage dell’artista era chiarissimo: le cose stanno per mettersi molto male ed è meglio correre ai ripari il prima possibile.
In questi casi infatti non sempre la tecnica dell’opossum di fingersi morti (e quindi silenti o indifferenti al problema) paga. Sarebbe stato necessario fin da subito operare secondo le più moderne regole di reputation management, assicurandosi che il suono “positivo” fosse tanto alto da coprire i rumori “negativi”. Così – ancora – non sembra essere stato, e ci sono tutti gli elementi perché la crisi scoppiata continui ancora, danneggiando gravemente l’immagine di una delle cantanti più amate e seguite d’Italia.