Il testimonial è una delle figure più importanti quando si parla di advertising e pubbliche relazioni. L’uso di un volto noto o la voce di una persona influente è in grado di fare realmente la differenza per il nostro business.
Molto spesso la fortuna di una headline è legata proprio alla recitazione o alla simpatia di quel testimonial: una scelta strategica che consente di facilitare il ricordo del prodotto o della marca.
Si tratta di un meccanismo in grado di rassicurare il pubblico sulla bontà del prodotto o del servizio proposto, in quest’ottica il testimonial si presenta come il consumatore per eccellenza del prodotto e viene coinvolto per migliorare l’annuncio pubblicitario e renderlo ancora più accattivante.
La fonte da cui proviene il messaggio, se è autorevole, è in grado di influenzare maggiormente l’accettazione. Se l’identificazione del pubblico con il testimonial scelto è forte le persone saranno maggiormente favorevoli a riceverne il messaggio.
Testimonial ma anche influencer
Oggi le aziende se vogliono avere successo devono andare alla ricerca del personaggio giusto. Esplorare i social per scoprire talenti emergenti o collaborare con nomi già rilevanti in modo da avere un ritorno concreto; avere quindi l’abilità di selezionare brand partner che aiutino a raccontare storie nuove capaci di coinvolgere la community di riferimento senza sforzo.
In questo momento la figura del testimonial è stata sostituita dal brand ambassador o da quella dell’influencer.
L’influencer marketing continua a svilupparsi e non mostra segni di rallentamento. Così mentre questo business in piena espansione continua a prosperare, nuovi interrogativi emergono. L’ecosistema degli influencer si sta rivelando una strada percorribile per i brand che cercano di convertire i “Mi piace” in vendite, aumentando al contempo la brand awareness. L’attenzione dei consumatori nei confronti degli influencer potrebbe diminuire, quindi la sfida delle aziende oggi è quella di
offrire contenuti sempre pertinenti, scegliere il volto giusto per guidare la community, in modo da ottenere un ROI.
L'uso inconsueto dei testimonial delle case di moda
La maison Gucci sta ottenendo il massimo dei risultati da questa nuova frontiera. Come decretato dall’ultimo report
Year in Fashion di Lyst, infatti, il 2017 è stato l’anno della “Gucciness”. Nell’ultimo periodo il direttore creativo Alessandro Michele ha reclutato diverse star del web, street artist e influencer che hanno suscitato sempre più interesse e curiosità nei confronti del brand. Basti pensare alla fotografa
Petra Collins che sin dall'inizio della sua collaborazione con Gucci è stata coinvolta per raccontare la storia del marchio sia davanti che dietro la macchina da presa, salendo anche sulla passerella nell’autunno del 2016.
Hanno fatto discutere anche gli ultimi spot lanciati a settembre 2017 della casa di moda
Dolce & Gabbana per pubblicizzare i nuovi profumi. Il connubio serie TV-brand oggi sembra essere vincente. Girati a Napoli e diretti da Matteo Garrone, gli spot sono interpretati da
Emilia Clarke e Kit Harington, celebri protagonisti de “
Il trono di spade”, a oggi una delle serie più viste nel mondo.
Clementino e Giuseppe Rossi per G-Shock
Un altro uso inconsueto dei testimonial lo abbiamo visto in occasione della campagna internazionale “
Challenge The Limits” che ha celebrato i 35 anni di
G-Shock: l’indistruttibile orologio prodotto da
Casio. Per l’anniversario,
Pil associati ha scelto due brand ambassador per intercettare i target Young e Adult in coerenza con le linee prodotto. Il rapper
Clementino e il calciatore
Giuseppe Rossi, già brandlover di G-Shock, sono stati i protagonisti della declinazione italiana della campagna che sin dall’inizio ha ottenuto successo in termini di brand awareness per l’autenticità e lo storytelling dietro ai personaggi in grado di ispirare le community di riferimento.
Carlo Boldrini