Il periodo storico che stiamo attraversando ha spinto sempre più aziende ad aprirsi al mondo eCommerce: chi partendo completamente da zero, magari utilizzando le piattaforme marketplace come acceleratori, e chi aumentando il focus, e i budget, verso un canale che cresce a doppia cifra anno su anno.
Nel 2020 in Italia si stimano 30,6 miliardi di euro di acquisti online (ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2C), con un aumento del 33% sul 2019 sugli acquisti di prodotti. Questi dati evidenziano che l’eCommerce sarà sempre più un canale imprescindibile per le aziende, che avranno bisogno di partner specializzati per essere guidate sin dalle prime fasi di questo cammino digitale.
Il recente studio “eCommerce in Italia” pubblicato da Casaleggio Associati conferma che lo shopping online è già una solida realtà: nel 2019 in Italia ha generato 48,5 miliardi di euro, con una crescita del 18% rispetto all’anno precedente e il 98% degli italiani ha effettuato acquisti su un marketplace. Canale per cui si stima un raddoppio delle entrate entro il 2022 e sempre più considerato come “apripista” da chi desidera fare i primi passi nel mondo dell’eCommerce per far conoscere il proprio brand e i propri prodotti e servizi.
Nell’approcciare l’eCommerce spesso si tralasciano alcuni aspetti fondamentali, come ad esempio la scelta del canale giusto (marketplace, proprio eCommerce o entrambi, e in quale ordine), la gestione delle operation (chi incassa, fattura e spedisce) e la parte relativa a marketing e comunicazione (come portare i clienti storici su questo nuovo canale e come attrarre quelli nuovi).
Prendiamo ad esempio la scelta del canale giusto: pensiamo al marketplace per eccellenza, Amazon, che con i suoi numeri e servizi customer oriented è diventato ormai il nuovo motore di ricerca per chiunque voglia comprare qualcosa online. Eppure, nel panorama dei marketplace, non esiste solo Amazon e non è detto che sia il canale più corretto su cui concentrarsi sin da subito o comunque in maniera esclusiva.
Per un brand di alta moda, ad esempio, il canale più corretto da cui partire potrebbe essere Zalando, Farfetch o 24S. Se invece si vende online una collezione di prodotti a prezzo scontato, il canale più idoneo oltre ad Amazon, potrebbe essere eBay, Fruugo, CDiscount o Veepee. Bisogna quindi tenere presente tutti i canali disponibili, che rispondono alle esigenze delle singole categorie merceologiche e che hanno necessariamente diverse logiche commerciali.
La scelta di aprire un canale eCommerce è resa ancora più complessa da regole, logiche e strumenti che sono diversi per ogni marketplace. Amazon, per esempio, offre ai brand due possibili modalità di utilizzo: come normale rivenditore (ad invito, modello VENDOR) o come canale di vendita diretta (modello SELLER). In entrambi i casi bisognerà tenere presente le specifiche attività di content e marketing da gestire utilizzando direttamente gli strumenti messi a disposizione da Amazon. Fruugo, eBay, CDiscount e molti altri invece possono essere utilizzati unicamente come canale di vendita diretta, di conseguenza bisognerà prevedere anche una gestione delle operation (magazzino, spedizioni, resi, customer care e così via).
Ognuno di essi avrà poi differenti strumenti proprietari per fare attività marketing all’interno del canale: ad esempio, promoted listings per eBay, ZMS per Zalando, mentre non è prevista nessuna attività per Fruugo che include tutto nella sua fee di gestione.
Con il passaggio dal marketplace allo sviluppo del proprio sito eCommerce si dovrà acquisire sempre più importanza e visibilità per diventare il principale punto di atterraggio dei propri consumatori. Senza dimenticare che i marketplace possono comunque essere affiancati all’eCommerce proprietario per accompagnare i consumatori nella loro esperienza d’acquisto. Diventa fondamentale essere capaci di intercettare il consumatore nel modo giusto, con il contenuto più rilevante e tenendo conto di tutti i canali, creando così delle vere e proprie Media Experience (MX) e un vero e proprio approccio Omnichannel. Con lo stesso approccio bisogna infatti creare momenti unici e fluidi lungo tutta la retail journey, passando così dalla Media Experience (MX) alla Shopping Experience.
Non esiste il manuale perfetto per implementare una strategia di vendita online, velocemente e di qualità. Ogni business infatti ha prerogative, priorità, criticità e strategie commerciali differenti.
Per accelerare e agevolare questo complicato processo, ci si deve affidare al supporto di partner esperti, intraprendendo insieme un percorso orientato alla performance e al training guidato sul campo. Per soddisfare questa esigenza, Havas Media continua a investire sull’eCommerce: è stata infatti attivata recentemente la practice Havas Market per aiutare i clienti ad avvicinarsi al panorama complesso e in continua evoluzione della vendita online.
Questo era l’ultimo articolo 2020 dei professionisti di Havas Media sul mondo digitale. Grazie per averci seguito!
E se avete richieste di informazioni e approfondimenti, contattate alessandra.quatti@havasmg.com.