Non si ferma l’evoluzione di 77Agency, l'agenzia internazionale specializzata in comunicazione sui new media guidata da Amedeo Guffanti, che ne è Partner & General Manager. La struttura, tra i leader europei indipendenti in diversi settori del digital, dalla gestione delle campagne sui vari device alla search, dal social media marketing alla performance, sta ora maturando esperienze importanti nel drive-to-store, come ci spiega Amedeo Guffanti in questa intervista. Perché la maggiore prova di maturità del digitale forse consiste proprio nella dimostrazione di efficacia fuori dai suoi confini, per così dire, virtuali.
Che anno è stato per 77Agency il 2015?
Stiamo chiudendo un anno positivo, denso di progetti stimolanti e all’insegna della crescita, come testimonia il fatturato in questo esercizio che toccherà, a livello di gruppo, i 30 milioni di euro. Siamo una piccola multinazionale, presente in quattro Paesi (UK, Italia, Olanda, Lettonia), e, nell’ambito di un mercato che sembra evolvere nel segno delle concentrazioni, restare indipendenti e crescere in modo deciso è sintomo di forte qualità e di innovazione continua.
Dal punto di vista dell’offerta, su quali novità vi state maggiormente concentrando?
La costante evoluzione è la cifra della nostra offerta, e guardando al 2016 concentreremo gli sforzi nello sviluppo di strategie orientate all’uso di internet non solo sotto il profilo del digital-to-digital, ossia per creare rapporti diretti fra marketing in rete e conversioni online, ma partendo dal presupposto che il digitale sia ormai maturo per essere utilizzato dai grandi marchi che sono presenti sul territorio in ottica di drive-to-store. In definitiva, 77Agency l'anno prossimo userà il digitale per portare le persone nei punti di vendita fisici, avendo studiato e approfondito come si debba raggiungere un utente tramite internet per indurlo a entrare in un negozio.
Questo dimostra che il digital attuale ha tanti elementi di novità. Quali sono le prospettive del settore?
A differenza di altri mezzi di comunicazione, in cui lo spazio di manovra è ormai molto limitato, internet dal punto di vista pubblicitario può ancora crescere, e molto. Personalmente, mi sento di dire che il digitale ha espresso il 30%, forse il 40% del proprio potenziale. Sono tantissimi i brand che non usano internet nella sua totalità, che non ne sfruttano a pieno le capacità, senza contare il velocissimo miglioramento in atto negli strumenti tecnici e nella tecnologia, che apre continuamente spazi inesplorati. Il digital, in sostanza, sarà sempre di più al centro del rapporto tra la marca e i suoi clienti attuali e potenziali, anche uscendo dai suoi attuali confini immateriali.