Un’agenzia che fa della trasformazione sociale la sua cifra distintiva. E che oggi, per crescere, cambia passo. Affari Pubblici, realtà fondata nel 2020 da quattro professionisti provenienti da mondi diversi – Beniamino Saibene, Matteo Giarrizzo, Giovanni Somajni e Anna Spreafico – annuncia un rafforzamento della propria governance: Eszter Sallai, ex Managing Director e CFO di Clear Channel Italia, entra come Direttrice Generale, mentre Paolo Romano (già Sky Media e Viacom) affiancherà il team come consulente strategico per lo sviluppo commerciale.
La novità segna l’inizio di una nuova fase per l’agenzia, che si propone come ponte tra brand e territori, traducendo il purpose aziendale in progetti concreti di riqualificazione urbana, valorizzazione del patrimonio e innovazione sociale. Una realtà ibrida che unisce comunicazione, creatività e impatto.
In occasione di un approfondimento per Engage, abbiamo incontrato Beniamino Saibene, co-fondatore, ed Eszter Sallai per approfondire la visione dell’agenzia, i suoi progetti più rappresentativi e le prospettive future.
«L’ingresso di Eszter rappresenta molto più di un rafforzamento operativo: è il segnale di una governance che evolve per accompagnare la nostra visione», spiega Saibene. «Vogliamo dimostrare che un altro modo di fare comunicazione è possibile: più responsabile, più concreto, più utile alla società».
Un'agenzia ibrida per un media nuovo: il territorio
«Non siamo una concessionaria, non vendiamo spazi pubblicitari. Il nostro mezzo è il territorio stesso, che trasformiamo in un media vivente», chiarisce Sallai. «Partiamo dall'identità del brand, ascoltiamo i bisogni del territorio, co-progettiamo soluzioni con tutti gli stakeholder coinvolti, incluse pubbliche amministrazioni e associazioni, e misuriamo ciò che realizziamo».
Affari Pubblici si definisce come realtà ibrida tra agenzia creativa, società di consulenza e soggetto con forte sensibilità sociale. I progetti spaziano dalle riqualificazioni urbane all'innovazione sociale, dalla valorizzazione del patrimonio alle attivazioni culturali. Ma la cifra distintiva è l'approccio: concreto, partecipativo e radicato nei luoghi.
«Le persone non vogliono solo sentire i valori di un brand, vogliono vederli incarnati. Noi aiutiamo le aziende a dimostrare coerenza e impatto reale», sottolinea Sallai. «E lavoriamo anche per attivare nuove sinergie tra pubblico e privato, laddove le amministrazioni da sole non riescono a intervenire».
I progetti con Netflix e Aperol
Saibene e Sallai citano due progetti recenti che raccontano bene dell'approccio di Affari Pubblici. Il primo, a Milano, con Netflix, ha trasformato uno spazio trascurato davanti a una scuola in una piazza viva, con aree gioco, spazi per socializzare e un'area pensata per l'apprendimento e la creatività. «Netflix ha portato il suo purpose – il potere delle storie che uniscono – nel mondo reale, diventando un narratore gentile all'interno della città. Oggi le famiglie e i ragazzi vivono quotidianamente questo spazio, che lega il brand a un'esperienza concreta, positiva e memorabile», racconta Sallai (nella foto qui sotto, un'immagine del progetto).

Il secondo, a Venezia, ha visto Aperol impegnarsi nella tutela della tradizione locale sostenendo la Scuola di Voga e i Calafai, maestri d'ascia che tramandano l'arte della costruzione e del restauro delle imbarcazioni in legno (nella foto sotto, un'immagine) . «Invece di limitarsi a sponsorizzare un evento, Aperol ha scelto di investire nella preservazione di saperi antichi che rischiavano di andare persi». L'iniziativa ha regalato 500 corsi gratuiti di Voga alla veneta ai residenti, esauriti in poche ore, e ha poi attivato una seconda ondata di corsi. «Un progetto che celebra i valori del brand – convivialità, tempo lento, legami autentici – e che ha creato continuità tra generazioni, mantenendo viva un'identità culturale profonda», aggiunge la manager.

Affari Pubblici: obiettivi di crescita e nuove opportunità
Oggi Affari Pubblici conta su un team core di circa dieci persone e una rete di 10-15 collaboratori esterni. La domanda è in crescita e le richieste arrivano da tutta Italia: «Dopo il progetto a Venezia siamo stati contattati da decine di realtà che ci chiedono di portare iniziative simili nei loro territori», rivela Saibene. «Ma vogliamo crescere con consapevolezza, senza snaturare il nostro modello».
Tra le sfide principali: la lentezza burocratica, il dialogo tra CSR e marketing e la necessità di tempi lunghi per realizzare progetti condivisi e inclusivi. Ma anche l'assenza di modelli simili in Italia e all'estero: «Conosciamo pochissime realtà che fanno ciò che facciamo noi. Siamo pionieri, ma speriamo che tra qualche anno diventi un modello replicabile», afferma Sallai.
Sul fronte della misurazione, l'agenzia valuta ogni iniziativa secondo due metriche: l'impatto sociale (spazi rigenerati, persone coinvolte, servizi attivati) e l'impatto comunicativo (visibilità media, interazioni social, contenuti generati). «Stiamo lavorando a KPI certificabili e condivisi. Ogni fase del progetto è tracciata e documentata con massima trasparenza».
La visione è chiara: «Lo spazio pubblico non è solo una vetrina, ma uno strumento per generare trasformazione sociale e reputazionale», afferma Sallai. Con un piede nel mondo della comunicazione e l'altro nell'attivazione civica, Affari Pubblici ambisce a espandere il suo modello anche all'estero, a partire dalla Spagna.
«La nostra ambizione? Che il mercato si apra, che sempre più aziende e istituzioni vedano nel territorio non solo uno sfondo, ma un interlocutore, un media, una risorsa», conclude Saibene.