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23/10/2025
di Mario Mancuso

Il 97% degli europei preferisce i video online, per la TV è il momento di ridefinirsi

Lo studio di Boston Consulting Group e NativeResearch evidenzia la necessità per i broadcaster di innovare linguaggio e modelli di relazione col pubblico

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La televisione tradizionale resta un punto di riferimento credibile per l’informazione, ma deve ripensare il proprio ruolo nell’ecosistema digitale. È quanto emerge dal nuovo studio “How European Broadcasters Can Compete with Global Streaming Giants” realizzato da Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con NativeResearch.

La ricerca, condotta su un campione di 3.500 consumatori in Regno Unito, Francia, Germania e Svizzera, mostra che il 97% degli utenti europei preferisce guardare video su piattaforme di streaming o social network, mentre solo una minoranza continua a utilizzare la TV lineare come canale principale di fruizione.

Nonostante il calo dell’audience, le emittenti mantengono un forte capitale di fiducia: il 70% degli spettatori considera i broadcaster una fonte affidabile, in particolare per l’informazione locale e lo sport. “Il calo di attenzione verso la TV tradizionale offre un’occasione per ridisegnare il suo ruolo nell’ecosistema digitale”, spiega Bartolomeo Banche, Managing Director & Senior Partner di BCG. “Sette spettatori su dieci continuano a considerare le emittenti un punto di riferimento, ma chiedono meno dispersione e più qualità”.

Lo studio evidenzia anche che il 73% delle famiglie europee è abbonato ad almeno un servizio di streaming, mentre il 20% degli utenti guarda contenuti solo via Internet, rinunciando del tutto alla TV tradizionale. La transizione è più marcata tra le nuove generazioni: la Gen Z dedica appena il 16% del tempo di visione alla TV lineare, contro il 55% dei baby boomer.

Tra le leve individuate per la riposizionamento del mezzo, il report cita la collaborazione tra emittenti nazionali, l’uso dei social media come estensione dell’esperienza televisiva, e l’adozione di modelli di business ibridi – tra pubblicità, micropagamenti e abbonamenti premium – per generare nuove fonti di ricavo.

Un altro punto chiave è l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per ottimizzare la distribuzione dei contenuti e migliorare il targeting pubblicitario. Alcune emittenti europee, come RTL e ITV, la utilizzano già in ambito marketing e produzione per aumentare l’efficienza e personalizzare l’offerta.

Infine, BCG sottolinea la necessità di un aggiornamento normativo a livello europeo per garantire condizioni di equità tra broadcaster e piattaforme digitali globali, in particolare in materia di pubblicità e discoverability.

“Il futuro della TV in Europa passa dalla capacità di integrare innovazione tecnologica e radici culturali”, conclude Banche. “Le emittenti che sapranno unire prossimità, autenticità e nuovi linguaggi potranno riconquistare l’attenzione del pubblico”.

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