Fabrizio Piscopo: «Milano Film Fest, puntiamo a 20 sponsor. Per i brand è una scelta strategica, non filantropica»
Per Fabrizio Piscopo, Media General Manager del Milano Film Fest, il sostegno delle aziende alla cultura non è beneficenza, ma una visione strategica di lungo periodo. Lo racconta in occasione della presentazione dell’edizione 2026 del festival, evento che punta a confermarsi come uno dei principali hub culturali e relazionali della città.
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«Sostenere il Milano Film Fest - spiega a Engage Piscopo - significa allineare il proprio brand ai valori di innovazione, diversità, coraggio e connessione con il territorio. La cultura è un acceleratore di brand reputation e un generatore di pensiero critico. Non si tratta solo di visibilità, ma di far parte di un ecosistema che dà valore al Paese».
Il festival, alla sua seconda edizione, punta a raggiungere una ventina di partner (contro i 12 del 2025) e una raccolta di circa un milione di euro, con esclusiva merceologica per ciascun settore. «Abbiamo già tre rinnovi confermati – spiega Piscopo – e ci mancano solo alcuni comparti strategici: banche, assicurazioni, consulenza, moda e arredo. Quando avremo coperto questi segmenti, ci fermeremo. Non cerchiamo saturazione, ma valore».
L’approccio ai brand sarà, anche quest’anno, fortemente personalizzato. «Non parliamo di sponsor, ma di partner dell’avventura – sottolinea Piscopo –. L’anno scorso abbiamo realizzato esperienze uniche, come il caravan Syoss by Palette, brand del gruppo Henkel, o la terrazza Martini per le serate di gala. Quest’anno introdurremo anche premi intitolati agli sponsor».
Oltre all’aspetto commerciale, per Piscopo la motivazione resta profondamente personale: «Amo Milano. È la mia città, l’ho vista crescere e cambiare. E amo il cinema, che ho seguito da ragazzo e poi in Rai. Il Milano Film Fest è una piccola, grande operazione culturale di cui essere orgogliosi».
Un invito diretto chiude la sua riflessione: «Le aziende che tengono a Milano dovrebbero esserci. Non è solo un festival: è un modo per restituire valore a una città che ha fatto della creatività la sua identità più forte».