"Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo".
La celebre frase di Henry Ford trasmette tutto il valore e l’importanza della pubblicità anche in momenti di stallo e di crisi economica, come quello che stiamo attraversando, anche se poi, in realtà, è proprio in queste situazioni che gli investimenti pubblicitari sono i primi ad essere tagliati e ridotti.
È proprio quello che si sta verificando da febbraio ad oggi a livello mondiale, in concomitanza con il diffondersi della pandemia da Covid-19 e della conseguente crisi economica.
Ma cosa è successo nel nostro paese? Quali scelte sono state fatte nel mondo dell'advertising?
Crollo degli Investimenti Pubblicitari: ecco come la pandemia da Covid-19 ha influenzato uno dei Settori più in Crescita del nostro paese.
Crollano di oltre ventidue punti percentuali gli investimenti pubblicitari in Italia nel primo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019: questo è il quadro, piuttosto nefasto, che emerge da uno studio condotto da Nielsen sulla prima parte dell’anno.
L'emergenza legata alla pandemia ha, dunque, segnato un calo notevole degli investimenti nell'advertising soprattutto per i canali tradizionali come stampa, radio e affissioni, mentre hanno retto meglio il contraccolpo i canali digitali e la tv.
Proprio in merito a questi ultimi due canali si sono riscontrati cambiamenti significativi nella modalità di fruizione dei contenuti. Tv ed internet sono risultati i canali più utilizzati, tanto che, da un'intervista, condotta dall’Osservatorio Internet e Media del Politecnico di Milano poco dopo la fine del lockdown, risulta che molti Italiani (ben il 59% degli intervistati) hanno usufruito di almeno un abbonamento SVOT (Subscription Video on Demand) per visualizzare contenuti internet tramite tv.
Invasiva prima, coinvolgente adesso: come il Digitale ha influenzato il modo di fare Pubblicità
La diffusione del digitale ed in particolare la crescente diffusione di dispositivi mobili e di piattaforme di condivisione e socializzazione, stanno influenzando la modalità con cui aziende e brand si relazionano con i propri clienti e prospect.
Non si parla più di campagne su un unico canale e di messaggi unidirezionali, ma di strategie cross-device e omnichannel capaci di coinvolgere gli utenti in tutti i vari touchpoint, creando un'esperienza unica e di valore per ciascuno.
L’advertising sta così vivendo il passaggio da format ed approcci giudicati invasivi a contenuti sempre più personalizzati, capaci di adattarsi sempre più facilmente agli interessi ed ai bisogni dei propri destinatari.
L’evoluzione della pubblicità non ha visto soltanto il passaggio dai media tradizionali a quelli digitali, ma anche la progressiva comparsa sul mercato di player ed investitori con enormi capacità di spesa, che mettendo in crisi gli equilibri tra domanda ed offerta, portano, inevitabilmente, ad un aumento significativo anche dei costi.
Già dal 2017 si registra un aumento costante dei costi CPC e CPM degli annunci sulle principali piattaforme di digital ADS, come Facebook e Google, un fattore da non poco conto con cui le imprese si trovano a dover fare i conti, necessitando sempre più di ottimizzare i propri investimenti.
Marketing Automation e Advertising: dalla Profilazione dell’Audience alla Personalizzazione del Messaggio
Dalle ricerche condotte, è risultato come il web sia il canale più utilizzato per la fruizione di contenuti. È dunque necessario che le aziende colgano le potenzialità dell’internet Advertising, tenendo però sotto controllo l’ottimizzazione dei costi.
Un modo per ottimizzare i propri investimenti in advertising, è sicuramente quello di attuare una strategia di marketing automation, che permette di profilare e segmentare la propria audience.
Grazie a sistemi di tracciamento e sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, è possibile implementare strategie specifiche per ogni cluster di utenti al fine di creare campagne e contenuti personalizzate ed offerte di valore, per ogni singolo utente.
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