Media.Monks Milan: sei mesi di content, social e innovazione
Se social e content continuano a essere cruciali, tecnologia e innovazione sono ormai radicate nell’approccio dell’agenzia. Le idee e le persone? Il capitale più importante per fare la differenza. Ne parliamo con i direttori creativi Cristina D’Anna e Antonio Marchio e l’executive creative director Gabriele Goffredo
Nella filosofia di Media.Monks, l’innovazione ha sicuramente un ruolo chiave: qui tecnologia, piattaforme, intelligenza artificiale sono già oggi strumenti che ogni giorno sono al servizio di un nuovo modo di fare comunicazione. Allo stesso tempo, approccio consulenziale, pensiero strategico, social, content production e persone rimangono i tasselli principali su cui continuare a investire.
È questo lo spirito che ha portato al recente ingresso nella sede milanese dell’agenzia della pluripremiata coppia di direttori creativi formata da Cristina D’Anna e Antonio Marchio, che oggi occupano un ruolo-chiave nel team guidato da Gabriele Goffredo, executive creative director. Li abbiamo incrociati al giro di boa del 2023 per parlare di creatività, contenuti, social media e nuove tecnologie, come l’AI.
Dalla fusione, due anni fa, di Myiagi con Media.Monks alla definitiva nascita di Media.Monks Milano. Come procede la trasformazione dell’agenzia?
Gabriele Goffredo: “Direi benissimo. Se guardo a due anni fa, vedo 40 colleghi tra creativi, strategist, social media manager, account, motion designer e producer, oggi siamo 120, siamo cresciuti in competenze, professionalità e ovviamente business. Il nostro vero valore è proprio la capacità di lavorare insieme, account e creativi, motion designer e social media manager, data analyst e 3d artist. Siamo un unico gruppo e vogliamo che tutti prendano parte alla magia. Lo scopo è sempre lo stesso, produrre idee di valore per il cliente e il suo business. Da un lato siamo autonomi, dall’altro lo scambio con Media.Monks worldwide è costante: collaboriamo già su diversi clienti e progetti tra cui Moncler, Zegna, BMW e Mini solo per citarne alcuni. In questo modo ogni giorno rafforziamo il nostro team rendendolo sempre più competitivo”.
Oggi qualunque audience è a caccia di contenuti di valore. Qual è il segreto del vostro approccio?
Cristina D’Anna: “Senz’altro la capacità di attingere a competenze che arrivano da tutto il mondo. ‘Come ogni agenzia internazionale’, potresti ribattere. Invece lo facciamo in modo diverso, perché rispetto alle altre, Media.Monks è davvero un’unica agenzia che condivide non solo valori e visione: abbiamo un unico P&L (ossia un unico conto economico, ndr). Questo aspetto è davvero un incentivo a far convergere in ogni country tutte le competenze, idee, approcci, expertise sui brand e su industry, stili, punti di vista, tutto. È inevitabile che un contenuto che nasce da una così ricca contaminazione abbia una marcia in più”.
A proposito di progetti con una marcia in più, quali sono le campagne che vi hanno dato maggiore soddisfazione in questa prima parte di 2023?
Gabriele Goffredo: “Sephora e Mundys, due progetti peraltro completamente diversi. Il primo, ‘You are my pride’, è stato sviluppato interamente sui social del brand attraverso contenuti dall’alto tasso comunicativo e valoriale in occasione del mese del pride. Ci inorgoglisce perché affronta un tema che può essere definito il “tema”. Perché è difficilissimo affrontare questo tipo di progetti, specialmente quando a firmare è un brand così iconico e conosciuto. A nostro avviso con Sephora ci siamo riusciti, cercando e raccontando le storie di chi è sempre stato vicino a chi si riconosce nella comunità Lgbtqia+. Ci siamo riusciti perché è stata la spontaneità a guidarci, perché abbiamo avuto dalla nostra parte il cliente, che non ha mai forzato la mano a favore del prodotto.
Il secondo è Mundys, holding italiana attiva nel settore delle infrastrutture autostradali, aeroportuali e dei servizi legati alla mobilità in 24 paesi nel mondo. Abbiamo avuto il compito di sviluppare la loro ‘opera prima’ lanciando il brand con una campagna integrata partita con uno spot TV e portata avanti su tutti i canali social e digital attraverso uno storytelling guidato dal concetto di ritmo e armonia. Insomma una campagna completa che doveva tener conto di molteplici aspetti: la voglia del cliente di raccontare un gruppo così complesso e il fatto che tutto doveva essere comunicato in tutto il mondo nello stesso momento”.
Parliamo dell’ambito social: come leggete l’evoluzione di questo settore e che consigli date alle aziende?
Cristina D’Anna: “Partiamo dal consiglio: puntate a costruire sempre contenuti di qualità: non è il caso di essere sui social giusto per esserci. Siamo tutti bombardati da contenuti di qualunque genere, compresi quelli realizzati dai content creator, i quali spesso hanno il vantaggio, rispetto ai brand, di non volerti vendere proprio nulla. Ecco perché il contenuto deve essere realmente significativo, fare la differenza e lasciare qualcosa al fruitore”.
Antonio Marchio: “In Media.Monks, grazie alle nostre capacità puntiamo a costruire piani editoriali creativamente rilevanti per ciascun canale. Oltre a social media manager e creativi, i nostri team social comprendono figure come autori, content creator, data analyst, videomaker e motion designer, con lo scopo di pensare e produrre sempre il miglior contenuto possibile, da contenuti originali per TikTok, a Instagram Reel con talent fino a prodotti editoriali per YouTube. Bisogna anche considerare che i social media sono ormai radicati in ogni brand strategy. La capacità di integrare i nostri servizi social con le nostre competenze in data, digital media e servizi tecnologici è ciò che eleva le strategie social dei nostri clienti e consente loro di entrare in contatto con i loro consumatori con un impatto significativo sul business”.
In questi primi mesi dell’anno si è parlato tanto di AI generativa e di come questi strumenti potrebbero essere impiegati nella comunicazione, qual è la vostra opinione in merito?
Antonio Marchio: “Vero, ne abbiamo parlato tanto perché quella che sembrava essere una tecnologia complessa è diventata in pochissimo tempo alla portata di tutti e ha inevitabilmente cambiato il nostro modo di lavorare. Nel giro di pochi anni, l’AI sarà molto probabilmente la tecnologia alla base di ogni tool di lavoro e smetteremo di parlarne così tanto. Per noi, l'AI generativa è uno strumento che fa già parte dei nostri processi, dalla produzione, alla creatività fino persino a tutto ciò che riguarda il legal. Ma attenzione: l’AI porta con sé anche il rischio di omologare gli output creativi, quindi l'input umano assume quindi un ruolo ancora più importante. È nostro compito quello di apportare una prospettiva unica, emotiva, esperienziale e di pensiero critico al processo creativo.
E su questo ci sentiamo pronti, perché per Media.Monks l’AI è il presente e non il futuro, qualcosa da mettere a disposizione dei nostri clienti oggi per spingerci ancora più in là nella realizzazione di progetti memorabili”.
Giunti al giro di boa dell’anno, c’è qualche obiettivo che vorreste vedere realizzato entro la fine del 2023?
Gabriele Goffredo: “Personalmente vorrei continuare a vedere il team crescere. Quest’anno sono arrivati Cristina e Antonio assumendo il ruolo di direttore creativo, e i risultati già sono evidenti, ma allo stesso tempo abbiamo visto crescere altri ragazzi e ragazze internamente. Per noi crescita significa saper fare, ma anche imparare a prendere e pretendere sempre più responsabilità. Ci piace valorizzare le nostre risorse, renderle sempre più indipendenti. Insomma, il nostro obiettivo è diventare un obiettivo, per chi inizia a lavorare in questa industry ma anche per chi vuole dimostrare tutto il suo valore. Siamo aperti ai talenti e vorremmo diventare interessanti per loro”.