Grazie all’enorme utilizzo dei social media, oggi si è diffuso un nuovo modo di raggiungere il pubblico e coinvolgere la propria audience per le aziende chiamato Influencer Marketing al punto tale che un rapporto di Sensei Marketing afferma che, nel 2017, circa il 74% delle imprese ha pianificato strategie di Influencer Marketing.
L’IM ha tra le sue capacità quella di riuscire ad influenzare l’opinione della propria community su un determinato prodotto o marchio generando un vero e proprio passaparola.
Uno degli elementi chiave dell’Influencer Marketing è l’autenticità: il prodotto non viene pubblicizzato, ma consigliato grazie al fatto che l’influencer risulta essere un vero e proprio consumatore del prodotto stesso e non solo un promoter.
Anche per questo motivo, spesso le aziende optano per micro-influencer o long-tail influencer, ossia utenti con followers e performance di certo non paragonabili a quelli di influencer a livello mondiale ma con un’estrema capacità di influenzare la loro community grazie, appunto, alla fiducia che quest’ultima ripone in essi. Inoltre, i micro-influencer vantano spesso dei seguaci più targettizzati, verso i quali può risultare più facile promuovere determinati prodotti/marchi. Quanto più il pubblico è interessato al prodotto e quanto più è specifico questo pubblico, tanto più di successo sarà la campagna di IM.
Un’importante questione che riguarda l’influencer marketing è quella relativa alla misurazione del ritorno sull’investimento di una campagna, o anche chiamato semplicemente Roi.
È sicuramente essenziale prima di ogni cosa definire e quantificare gli obiettivi prima dell’attivazione del piano di Influencer Marketing così da avere un approccio quantitativo tenendo in considerazione metriche misurabili.
Quando si misura il successo di una campagna di IM, gli esperti citano l’engagement come principale fonte del Roi, seguito poi dai clicks e dalle impressions.
Instagram è la piattaforma ideale per questo tipo di attività anche perché ha ancora dei costi contenuti e offre ritorni sull’investimento potenzialmente elevati. Infatti, secondo il report annuale di Launchmetrics, è il canale scelto da oltre il 25% dei professionisti intervistati, seguito da Facebook e Twitter.
Su Instagram, gli influencer sono principalmente donne e di età compresa tra i 12 e i 24 anni.
Per quanto riguarda le categorie di prodotti e servizi, quelle che maggiormente sfruttano le attività di IM sono: fashion&accessori, beauty&cosmetica, food&beverage, automotive e elettronica.
Il monitoraggio e il controllo dei risultati sono elementi molto importanti anche per il Performance Marketing, un modello di marketing online in cui l’inserzionista paga solamente per i risultati ottenuti. Il PM ha lo scopo di ottenere una reaction dall’utente traducibile con un like, un link o una sottoscrizione focalizzandosi su target specifici e mirati.
L’obiettivo viene stabilito e quantificato all’inizio e il pagamento avviene se e quando tale obiettivo viene raggiunto.
Il Performance Marketing ha avuto una forte crescita negli ultimi anni poiché offre numerosi vantaggi rispetto al marketing tradizionale che prevede necessariamente dei costi iniziali, a prescindere dalla riuscita o meno del progetto.
Amazon e Alibaba
Il mondo dell’e-commerce ha ampliato la capacità dei venditori di incontrare gli acquirenti nonostante i vincoli geografici.
Amazon, uno dei primi e-commerce provider,
ha appunto riunito tutti e tre i settori, cioè tecnologia, media e vendita al dettaglio, in uno unico.
Altri importanti player di e-commerce sono
Alibaba ed
eBay che operano in verticali omogenei, complementari e paralleli ma forniscono esperienze diverse all’utente.
Amazon è un’azienda di e-commerce fondata nel 1994 da Jeff Bezos, rappresenta la più grande Internet company al mondo e, fino allo scorso mese, valeva 1000 miliardi di dollari.
Amazon registra tutto ciò che l’utente fa sul suo sito, una condizione che l’utente accetta di buon grado poiché, in questo modo, consente ad Amazon di conoscere i suoi gusti e preferenze e di consigliargli prodotti adatti a lui. Basti pensare che
il 55% delle ricerche online parte da Amazon.
Per quanto riguarda la pubblicità online, il colosso americano utilizza diverse tecniche:
- Amazon targettizza 6 milioni di parole chiave e ha circa 6 milioni di messaggi pubblicitari diversi e per renderli più efficaci possibili utilizza il Dynamic keyword insertion (DKI), una funzione offerta da Google Adwords che consente di pubblicizzare un annuncio nella query di ricerca di un utente;
- Amazon utilizza la tecnica del loss leader, una strategia di prezzo in cui un prodotto viene venduto ad un prezzo inferiore al suo costo di mercato per stimolare altre vendite di beni o servizi più redditizi. Possiamo prendere come esempio il Kindle (in questo caso il prodotto leader), un prodotto con cui Amazon ha perso 500 milioni di dollari per fatturare 2 miliardi tramite altri servizi;
- Amazon riesce a convertire un utente quando arriva sulla pagina del prodotto grazie ad alcuni elementi: le recensioni, il prezzo che nel momento in cui viene diminuito rispetto a quello abituale riesce a creare una percezione del valore migliore, il one-click-button, upselling e crosselling tramite il suggerimento di prodotti che costano di più o di prodotti simili a quello interessato;
- Sequenza di mail marketing dopo l’acquisto: si tratta di mail standard ma personalizzate in base all’utente e ai suoi acquisti;
- Amazon Prime: oltre a favorire un’entrata monetaria tramite la sottoscrizione dell’abbonamento, Prime porta a più entrate poiché un utente Prime acquisterà 3 volte di più rispetto ad una persona che non è abbonata.
Per quanto riguarda la
connessione tra e-commerce e influencer marketing, non possiamo non citare l’
Amazon Influencer Program che sfrutta l’audience dei grandi influencer del web per pubblicizzare, di fatto, prodotti presenti sul proprio sito.
L’influencer, che deve avere determinati requisiti, può entrare a far parte del programma attraverso la compilazione di un’application e attenderne poi l’esito, dopo che Amazon avrà valutato non solo il numero di follower ma anche l’engagement dei post, la qualità del contenuto e la rilevanza. È proprio l’approvazione che distingue l’AIP dal vecchio programma,
Amazon Associates che non prevedeva alcuna approvazione, di conseguenza chiunque poteva iscriversi.
Una volta all’interno del programma, l’influencer non solo ha il proprio link affiliato, che devia il traffico direttamente sul sito Amazon, ma ha anche una pagina pubblica, l’Influencer Page, una sorta di social dove può creare delle liste di prodotti consigliati.
Il sistema si basa su commissioni: l’influencer ottiene una percentuale di guadagno pattuita in precedenza ogni volta che qualcuno acquista, tramite il suo affiliate link, il prodotto da lui raccomandato.
Il programma è dedicato ai social media influencer con una base di follower molto ampia e che postano prodotti acquistabili con alta frequenza.
Alibaba, fondata nel 1999 in Cina, è una compagnia cinese privata che gestisce il più grande mercato per volume e descrive la sua attività come un ecosistema con mercati funzionali come piattaforma per terze parti.
Alibaba non si dedica alle vendite dirette o alla competizione con i commercianti, ma genera entrate basate su diverse fonti: commissioni determinate dal numero di unità vendute nei suoi centri di vendita al dettaglio e dal numero di membri paganti nei suoi centri all’ingrosso; commissioni dai suoi servizi di marketing online e di infrastruttura internet; commissioni da transazioni Alipay, la soluzione di pagamento online di terzi di Alibaba; quote di iscrizione dai suoi storefront.
Anche Alibaba ha percepito l’importanza e il potenziale dell’Influencer Marketing e ha dato vita all’
Alibaba Global Influencer Network il quale connette i venditori con i social media e digital influencer di tutto il mondo per creare contenuti originali e coinvolgenti. I venditori di numerose piattaforme di Alibaba Group, come AlieExpress, Lazada e Tmall, offrono agli influencer l’opportunità di provare i loro prodotti in cambio dell’esposizione e della visibilità che questi possono fornire ai prodotti stessi. Gli influencer ricevono pagamenti, prodotti gratuiti e la possibilità di lavorare a stretto contatto con marchi cinesi emergenti.
L’influencer ha la possibilità di registrarsi al network tramite il proprio account YouTube o Instagram e di accedere così ad una panoramica di tutti gli annunci e le campagne che ricercano sponsorizzazioni e fare delle proposte ai brand o prodotti che trovano interessanti.
Una differenza sostanziale tra Amazon e
Alibaba sta nel fatto che, se quest’ultimo appunto fornisce prodotti gratuiti agli influencer, dall’altra parte
il colosso americano ha dichiarato che non intende fornire prodotti prova gratuiti e che non intende lavorare con gli influencer sulla selezione dei prodotti.
Un’altra differenza sta anche nel fatto che
i venditori di Alibaba devono rivedere e approvare i contenuti creati dall’influencer, dinamica non prevista all’interno dell’Aip.
I due giganti dell’e-commerce si distinguono anche nella remunerazione degli influencer:
Amazon stabilisce prima la percentuale che l’influencer avrà sull’acquisto del prodotto da parte di altri utenti tramite il proprio affiliate link,
Alibaba invece paga l’influencer affinché questo sponsorizzi il prodotto sui propri canali.
Recentemente è avvenuta una
partnership tra Amazon e Snapchat al fine di alimentare un nuovo modo di acquistare prodotti direttamente dal social network.
Usando la fotocamera di Snapchat, gli utenti saranno in grado di scattare una foto ad un prodotto che verrà cercato nello store Amazon. I clienti potranno anche scattare una foto del codice a barre per verificare se l’articolo è disponibile.
Se l’immagine viene riconosciuta e gli utenti sono in grado di acquistarla, verranno indirizzati sull’app Amazon per completare l’acquisto.
Snapchat ha affermato che lancerà lentamente la nuova funzionalità, chiamata
Ricerca Visiva.