Via libera in assemblea all’aumento di capitale di Fenice, la società titolare dei marchi di Chiara Ferragni. Lo si legge in una nota in cui viene sottolineato che la delibera, con i termini posposti dall’amministratore unico Claudio Calabi, è passata con il voto favorevole di Sisterhood, la holding di Chiara Ferragni che controlla il 32,5% di Fenice, e di Alchimia di Paolo Barletta (40%). Il socio Pasquale Morgese (27,5%) ha invece votato contro l’aumento di capitale e valuta l’impugnazione del bilancio. Secondo quanto riferisce l’Ansa, l’importo dell’aumento di capitale della società Fenice ammonta a 6,4 milioni di euro.
Sisterhood ha comunicato in un nota di essere “pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale in proporzione alla quota detenuta”, nel caso fosse necessario anche per la parte che non fosse sottoscritta dagli altri soci, in modo da consentire a Fenice di “proseguire con successo la propria attività”. Amministratore unico di Fenice è Claudio Calabi, dopo le dimissioni di Paolo Barletta e Chiara Ferragni formalizzate lo scorso novembre.
L'assemblea ha votato favorevolmente ai tre punti all’ordine del giorno: approvazione del bilancio, dello stato patrimoniale e l’aumento di capitale che fornirà il supporto al nuovo piano della società. A quattro mesi dal suo arrivo in Fenice, Claudio Calabi ha dunque posto le basi per la ripartenza dl business della società: grazie all'aumento di capitale le perdite potranno essere ripianate e Fenice potrà contare su un capitale di 200.000 euro.
Oltre all’aumento da 6,4 milioni di euro del capitale di Fenice, gli azionisti di Fenice hanno approvato il bilancio 2023. Secondo il Corriere della Sera, l'azienda ha registrato perdite significative con un rosso cumulato tra l’esercizio 2023 fino al 30 novembre 2024 di oltre 10 milioni di euro. I ricavi sarebbero invece passati dagli 11-12 milioni di due anni fa a poco meno di 2 milioni di fatturato del 2024.
Chiara Ferragni opera sul mercato anche con TBS Crews, la talent agency che gestisce anche blog ed ecommerce.
Le origini della crisi risalgono al cosiddetto "Pandorogate" del 2023, quando una collaborazione tra Ferragni e il produttore dolciario Balocco per la vendita di pandori a scopo benefico ha sollevato polemiche. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato Ferragni e le società a lei collegate per pratiche commerciali scorrette, infliggendo una multa di oltre un milione di euro. La vicenda ha danneggiato l'immagine dell'influencer, portando alla rescissione di contratti con importanti brand e a una diminuzione dei follower sui social media.