La Commissione Europea ha ufficialmente notificato ad Alphabet, la società madre di Google, due violazioni del Digital Markets Act (DMA). Secondo quanto riportato dalla Commissione, Google avrebbe infranto le normative in due aree chiave: la gestione dei risultati di ricerca su Google Search e le restrizioni imposte agli sviluppatori all'interno del marketplace Google Play.
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Come riporta la Commissione Europea, Alphabet non avrebbe rispettato il principio di trasparenza, equità e non discriminazione nella gestione dei risultati di ricerca, privilegiando i propri servizi a scapito della concorrenza. In particolare, Google avrebbe attribuito una maggiore visibilità ai propri servizi, come Google Shopping, Google Hotels e Google Flights, rispetto a quelli offerti da terze parti. Questi servizi interni, infatti, vengono posizionati in modo più prominente nei risultati di ricerca, accompagnati da formati visivi migliorati e opzioni di filtro più avanzate, come raccontato da Reuters.
La Commissione ha inoltre sollevato preoccupazioni in merito alla gestione di Google Play, accusando l'azienda di limitare la libertà degli sviluppatori nella promozione di offerte alternative al di fuori della piattaforma. Come evidenziato da Il Sole 24 Ore, Alphabet impedirebbe agli sviluppatori di reindirizzare gli utenti verso canali di acquisto alternativi, dove potrebbero trovare offerte più vantaggiose. Inoltre, secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, la società imporrebbe commissioni elevate per un periodo di tempo eccessivamente lungo sugli acquisti effettuati dagli utenti, andando oltre ciò che sarebbe giustificabile per il servizio offerto.
Henna Virkkunen, Vicepresidente della Commissione per la Sovranità Tecnologica e la Sicurezza, ha dichiarato che "Google Search e Google Play sono strumenti fondamentali per molte aziende europee. Le nostre conclusioni preliminari suggeriscono che Alphabet non sta garantendo una competizione leale, danneggiando così sia le imprese che gli utenti", come riporta Igizmo.
Se la Commissione dovesse confermare queste violazioni, Alphabet rischierebbe una decisione di non conformità che potrebbe tradursi in pesanti sanzioni economiche.
La risposta di Google
Di fronte alle accuse, Google ha respinto le conclusioni della Commissione, sostenendo che le nuove regole stanno "danneggiando i consumatori e le imprese europee". Come dichiarato da Oliver Bethell, Senior Director per la Concorrenza di Google, "i cambiamenti richiesti dalla Commissione renderanno più difficile per gli utenti trovare ciò che cercano e ridurranno il traffico verso le aziende europee", secondo quanto affermato su Reuters.
Google ha inoltre sottolineato che le restrizioni imposte su Google Play potrebbero compromettere la sicurezza degli utenti, esponendoli a maggiori rischi di malware e frodi. Come riportato nel blog ufficiale di Google, l'azienda ritiene che la possibilità per gli sviluppatori di reindirizzare gli utenti al di fuori del Play Store potrebbe creare falle nella protezione delle transazioni digitali.
Infine, Google ha ribadito che i costi delle commissioni servono a finanziare lo sviluppo continuo di Android e dei servizi Play, e che ridurre queste entrate potrebbe mettere a rischio la sostenibilità dell'ecosistema.
Prossimi passi
L'iter normativo prevede ora che Alphabet abbia il diritto di esaminare i documenti e presentare una difesa scritta contro le accuse. Nel frattempo, come riporta Il Sole 24 Ore, la Commissione ha ribadito la propria intenzione di "creare una cultura di conformità al Digital Markets Act".
Se le violazioni saranno confermate, Alphabet potrebbe subire sanzioni fino al 10% del proprio fatturato annuo globale. La decisione finale spetta alla Commissione, che continuerà il dialogo con Google per trovare soluzioni conformi alla normativa.