Orvian, Raffaele Boiano: «Vogliamo essere il partner più affidabile nella digital orchestration»
Il CEO della realtà nata dall’integrazione di Fifth Beat, Magilla, Web Al Chilo ed Eurostep illustra la struttura attuale, la visione strategica e le ambizioni di crescita attraverso consolidamento, internazionalizzazione e acquisizioni
Dopo un’intensa fase di acquisizioni, ha preso forma di recente un nuovo attore del mercato digitale: parliamo di Orvian, un gruppo da 17 milioni di euro di fatturato aggregato, 140 professionisti in 6 sedi e oltre 300 clienti attivi.
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Alla guida di Orvian, in qualità di CEO, c’è Raffaele Boiano, che abbiamo incontrato per approfondire la visione strategica, gli obiettivi di crescita, i valori e le ambizioni di un gruppo italiano ma dalla vocazione internazionale.
Raffaele, cosa rappresenta Orvian e quale visione ne ha guidato la nascita?
«Orvian è un gruppo specializzato nella digital orchestration. Non si tratta di una semplice aggregazione di aziende né di un progetto guidato esclusivamente da logiche finanziarie: è un’organizzazione che nasce da una cultura condivisa, un metodo solido e una visione comune sul futuro del digitale. Il gruppo è stato costituito ufficialmente all’inizio di luglio, a seguito dell’integrazione tra FifthBeat, Magilla, WebAlChilo ed Eurostep. Il nostro obiettivo è creare un’unica realtà in grado di generare valore orchestrando strategia, design, tecnologia e contenuti in modo integrato e coerente».
In termini concreti, cosa significa “digital orchestration”?
«Significa affrontare i progetti con una visione sistemica, mettendo al centro l’esperienza utente e armonizzando competenze diverse - strategiche, tecnologiche, creative - per sviluppare soluzioni digitali complesse e ad alto impatto. È un approccio olistico, dove ogni disciplina concorre in modo coordinato a un’unica architettura».
Quali sono i valori fondanti che definiscono l’identità del gruppo?
«I nostri valori chiave sono curiosità, responsabilità e concretezza. La curiosità ci spinge a esplorare costantemente nuove soluzioni e linguaggi. La responsabilità è il fondamento di tutte le nostre relazioni, interne ed esterne, con colleghi, partner e clienti. La concretezza orienta il nostro lavoro verso risultati tangibili, efficaci e misurabili».
Quali sono le caratteristiche del gruppo oggi?
«Orvian conta oggi su un team interdisciplinare di 140 professionisti distribuiti in sei sedi: Milano, Roma, Bologna, Brescia, Treviso e Tirana. Il fatturato aggregato nel 2024 è stato di 17 milioni di euro. Gestiamo un portfolio di oltre 300 clienti nazionali e internazionali, tra cui Ikea, Silversea, Ferrari, Luxottica, Sorgenia, Zanichelli, Moleskine, Unicredit, Lottomatica, Haribo, Aboca e De Agostini. Operiamo principalmente in cinque aree di business: customer experience e digital design, digital marketing e comunicazione, ecommerce, mor e marketplace e sviluppo di ecosistemi digitali integrati».
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il primo anno di attività comegruppo?
«La nostra ambizione è chiudere il primo anno con una crescita a doppia cifra del fatturato. Riteniamo che questo sia un traguardo coerente con le sinergie che stiamo costruendo e con le prospettive di mercato. Stiamo lavorando sia sull’integrazione culturale e operativa interna, sia su una crescita esterna attraverso acquisizionimirate e partnershipstrategiche».
In un’ottica di crescita per acquisizioni, quali caratteristiche ritenete fondamentalinelle aziende da integrare?
«Oltre a competenze verticali ben definite e a un posizionamento chiaro, per noi è imprescindibile l’affinità culturale. Le realtà che entrano a far parte di Orvian devono condividere i nostri valori, sposare la nostra visione e contribuire attivamente alla costruzione del progetto comune. Cerchiamo un consolidamento qualitativo, non una crescita per accumulo».
Quali sono i settori in cui intendete rafforzare la vostra presenza?
«Siamo particolarmente interessati ai settori healthcare, education, manifatturiero e retail. Sono mercati dove la domanda di trasformazione digitale è forte e continua, e richiedono interlocutori in grado di orchestrare processi complessi. In questi ambiti vantiamo già esperienza e credibilità, e puntiamo a consolidare la nostra presenza».
Per quanto riguarda le risorse umane, quali professionalità e attitudini cercate?
«Oltre alle competenze tecniche e creative, cerchiamo persone con un mindset collaborativo, orientato alla visione sistemica e alla creazione di valore concreto. Il talento per noi è anche questione di atteggiamento: curiosità, responsabilità e concretezza sono imprescindibili. Investiamo molto nella formazione continua perché crediamo che la crescita del gruppo passi dalla crescita delle persone».
Quali trend tecnologici state monitorando?
«Stiamo dedicando grande attenzione all’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa, alle tecnologiedidata orchestration e, più in generale, al tema della sostenibilità digitale. Sull’AI generativa lavoriamo già con un approccio pragmatico e orientato all’impatto concreto. La gestione intelligente dei dati è essenziale per generare insight utili, mentre la sostenibilità digitale - in chiave ambientale, sociale ed etica - rappresenta un asse strategico per diverse organizzazioni».
Il gruppo nasce in Italia, ma come intendete muovervi a livello internazionale?
«L’Italia è il nostro cuore operativo, ma guardiamo con una prospettiva globale. Siamo già attivi oltreconfine e stiamo valutando l’apertura di nuove sedi in paesi chiave sia in Europa, sia nel Middle East, sia negli Stati Uniti. Questi mercati rappresentano per noi opportunità strategiche importanti, dove il nostro approccio integrato alla progettazione e gestione di ecosistemi digitali complessi può fare la differenza».
Quale posizione aspira a occupare Orvian nel panorama digitale nei prossimi anni?
«Non puntiamo a essere “i più grandi”. Il nostro obiettivo è essere riconosciuti come i più coerenti e affidabili. Vogliamo diventare il partner di riferimento per chi cerca visione, metodo e capacità di esecuzione. Stiamo costruendo una nuova identità e, con essa, un nuovo punto di riferimento per le organizzazioni che vogliono investire nel digitale per farne un vantaggio competitivo».