10/06/2024
di Simone Freddi

Paolo Pascolo su imille.ai: l'intelligenza artificiale come motore dell'innovazione creativa

Il Ceo de I Mille illustra la filosofia della nuova unit di consulenza dell’agenzia: obiettivo, rendere l’AI generativa veramente utile ed efficace per tutti i brand nel campo della comunicazione e del design

«La nostra ambizione è di comprendere le vere esigenze dei brand e dei rispettivi team di marketing e comunicazione, per poi andare a costruire assieme delle nuove modalità di lavoro in modo che l’AI Generativa sia veramente utile ed efficace». A parlare è Paolo Pascolo, Ceo di I Mille, che abbiamo intervistato in occasione del lancio di imille.ai, la nuova business unit dell’agenzia dedicata alla consulenza sull'intelligenza artificiale generativa.


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Con Pascolo abbiamo parlato delle trasformazioni in corso e delle prospettive future nel campo della comunicazione e del design grazie all'AI generativa, partendo dall’esperienza accumulata sul campo da I Mille, che ha permesso di testare l'impatto dell'AI generativa su progetti reali e di identificare le migliori pratiche per integrare questa tecnologia nei processi creativi.

Quali sfide avete affrontato nell’integrazione dell'AI generativa nei vostri progetti?

Il primo passo è stato comprendere attraverso un sondaggio interno quale fosse la penetrazione dell’uso di AI Generativa nei nostri team e quali fossero gli ambiti nei quali veniva utilizzata più frequentemente. Il secondo passo è stato l’accurata mappatura di tutte le practice dell’agenzia e la conseguente analisi delle possibili integrazioni con AI Generativa nei nostri processi. Il terzo passo è stato testare i modelli negli ambiti della ricerca e strategia, analisi e produzione di contenuto verbale, analisi e produzione di contenuto visivo. Per ognuna di queste tre categorie abbiamo operato dei test e delle verifiche su riconoscimento Human-based vs AI-based.

In che modo l'AI generativa sta cambiando il lavoro delle agenzie di comunicazione e design?

L’AI Generativa può essere utilizzata in diverse fasi di un progetto. Può rendere efficiente un benchmark di settore perché riduce i tempi di ricerca, può affiancare un creativo nel brainstorming dando degli spunti sui quali riflettere, può scrivere versioni di un testo adattandole con differenti toni di voce e sfumature, può preparare degli articoli tematici a partire da un set di keyword Seo, può visualizzare velocemente concetti e portarli vicini al risultato finale. È evidente che le persone sono ancora protagoniste di questa guida e lo saranno ancora per molto tempo, ma non si può ignorare il fatto che queste piattaforme stanno avendo e avranno sempre più pervasività sui quasi tutti i task che un’agenzia di comunicazione e design esegue giornalmente.

Puoi condividere esempi di come l'AI generativa ha migliorato specifici progetti di I Mille?

Abbiamo costruito un diagramma per comprendere meglio cosa potevamo aspettarci dall’interazione con AI Generativa. Nell’asse delle X abbiamo definito il contesto che può essere generico (attraverso l’uso di dati pre-trained) oppure specifico (con dati che dobbiamo dare in pasto alla macchina attraverso il caricamento o la connessione con asset e risorse scelte), nell’asse delle Y abbiamo inserito l’intento, ovvero se stiamo cercando esecuzione oppure ispirazione. Comprendere in quale quadrante si stia ‘giocando’ è fondamentale per il risultato che si sta cercando di ottenere. Il rischio altrimenti è di perdersi in sterile sperimentazione che può certamente portarci in territori inaspettati, spesso tuttavia inutilizzabili.

Cosa rende imille.ai unica rispetto ad altre unità di consulenza sull'AI sul mercato?

La nostra ambizione è di comprendere le vere esigenze dei brand e dei rispettivi team di marketing e comunicazione, per poi andare a costruire assieme delle nuove modalità di lavoro in modo che AI Generativa sia veramente utile ed efficace. Lo facciamo attraverso la formazione e la consulenza al fine di aiutare le aziende a comprendere gli strumenti e le metodologie per utilizzare efficacemente l'AI generativa e raggiungere gli obiettivi migliorando la produttività, automatizzando le attività di routine, riducendo gli errori e fornendo approfondimenti basati sui dati. Inoltre vorremmo che ogni azienda potesse dare in pasto alla macchina un proprio dataset di riferimento attraverso l’utilizzo di agenti specifici, in questo senso stiamo già lavorando a un software che possa integrare dati provenienti da più fonti per ottenere output più consistenti con la possibilità di salvare delle sessioni specifiche.

Quali competenze sono fondamentali per le organizzazioni che vogliono integrare l'AI generativa nei loro processi?

Non sono richieste competenze specifiche se non quelle native delle professioni legate alla comunicazione e al design. Gli strumenti sono abbastanza semplici da utilizzare, servono una predisposizione alla iterazione (test, fail and learn) e un po’ di pazienza. I tool disponibili oggi sul mercato sono come dei geni un po’ autistici, possono creare contenuti di grande valore, tuttavia vanno guidati con grande sensibilità.

Per concludere: come prevedi che evolverà il ruolo dell'AI generativa nei prossimi cinque anni nel settore della comunicazione e del design?

È semplicemente impossibile dire dove saremo fra cinque anni con queste tecnologie. Posso solo affermare che AI Generativa probabilmente sarà talmente integrata nel nostro lavoro quotidiano e nel tempo libero che non ci faremo neppure più tanto caso e la considereremo parte indispensabile della nostra esistenza.

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