L'intelligenza artificiale sta trasformando vari ambiti della nostra esistenza, soprattutto grazie all'impiego di applicazioni di AI generativa che ci consentono di produrre contenuti vari a partire da un semplice “prompt” testuale.
Dal punto di vista del marketing si tratta di un’AI che sembra donarci dei superpoteri. La domanda è: cosa vogliamo farci? Siamo davvero intenzionati a essere la generazione che ha sfruttato la tecnologia più avanzata mai concepita per generare annunci pubblicitari ottimizzati per ricevere più click?
L'AI può rappresentare un rischio, perché - come sostiene Yuval Harari - potrebbe contaminare il discorso pubblico al punto da renderci incapaci di distinguere la realtà dalla finzione, compromettendo le fondamenta della democrazia.
Come marketer, dobbiamo chiederci quale vogliamo che sia l’ambito di utilizzo dell’AI nella nostra industry. Perché questa stessa tecnologia potrebbe divenire un catalizzatore per superare sfide epocali, come il cambiamento climatico, la povertà, la fame, la salute e l'uguaglianza di genere.
Fino a poco tempo fa, infatti, la discussione accademica riguardante l'AI era focalizzata su ricerche particolari, come il Netflix Prize per migliorare l'algoritmo di raccomandazione di film. Affascinante dal punto di vista tecnico, ma è davvero utile? Ora sappiamo che l’effettivo potenziale dell'intelligenza artificiale è quello di aiutarci a risolvere i grandi problemi della nostra era.
AI for Good è il concetto di utilizzare la potenza dell'AI per affrontare complessi problemi sociali e favorire l'Agenda 2030, ovvero i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.
Per fare in modo che l'AI sia un nostro alleato, è fondamentale stabilire alcuni standard che ne assicurino la sicurezza e la trasparenza, similmente a quanto accade in altri ambiti che hanno cambiato le nostre vite, come l'aviazione civile. Inoltre, è cruciale lavorare per garantire che un'intelligenza che sembra già superare le capacità umane in molti ambiti, rispetti i valori e le intenzioni dei suoi creatori umani. È la questione del cosiddetto "super-alignment", sul quale OpenAI ha recentemente promesso di investire il 20% delle proprie risorse.
Torniamo alla questione iniziale: per orientare il futuro in una direzione positiva, è indispensabile riflettere su ciò che desideriamo ottenere dall'AI. Come persone di marketing e comunicazione come possiamo dare il nostro contributo? Forse le macchine intelligenti necessitano di esseri umani migliori di quanto siamo stati fino ad ora.
Vuoi approfondire il concetto ‘AI for Good’? Dai un’occhiata al mio articolo sull’omonima conferenza di Ginevra, 2023.