Fieg attacca Upa: «Lo stop alla fusione tra Audiweb e Audipress grave e intempestivo»
Anche Fedoweb lamenta "l'improvviso cambio di rotta sul futuro del progetto", mentre la federazione della stampa critica l’associazione degli utenti pubblicitari per aver sposato la posizione di contrarietà di Auditel alla nascita di Audicomm
E’ un giudizio molto duro quello espresso da Fieg sulla decisione presa dal consiglio direttivo di Upa di bloccare la fusione tra Audipress e Audiweb e la nascita della nuova Audicomm. Una decisione contestata anche da Fedoweb, la federazione degli operatori del web.
“Un passo intempestivo e grave, che rallenta la crescita corretta ed equilibrata degli ambiti di mercato, la libera informazione e la raccolta pubblicitaria, ai quali gli editori di giornali e gli utenti di pubblicità fanno riferimento”, dice la federazione della stampa presieduta da Andrea Monti Riffeser, mentre Fedoweb, l'organismo di cui è presidente Giancarlo Vergori (nella fotografia sotto), fa sapere di essere intenzionata ad "approfondire con Upa stessa, coinvolgendo anche Fieg ed Una, le motivazioni di un improvviso cambio di rotta sul futuro del progetto".
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Mercoledì scorso Upa, l’associazione che riunisce le aziende che investono in pubblicità, ha reso pubblica la decisione del suo consiglio di porre fine al progetto di fusione tra Audiweb e Audipress, ribadendo nello stesso tempo “l’importanza strategica di un'urgente convergenza nell’ambito della misurazione delle audience", e rivolgendo un invito sia ad Audipress e Audiweb ma anche ad Auditel per l’avvio di “una comune riflessione su tempi e modalità per un’integrazione evoluta dei sistemi di misurazione esistenti”.
Tra l'altro nello stesso giorno Iab Italia, l’associazione che rappresenta il settore dell’advertising digitale, pur non menzionando la questione Audicomm, in una nota stampa ha voluto sottolineare il suo sostegno alla creazione di "sistemi di misurazione basati sulla massima convergenza e confrontabilità dei mezzi e sulla più ampia rappresentatività di tutti gli operatori della filiera”, rendendo pubblica la sua disponibilità a "collaborare con le altre associazioni del settore e le autorità di riferimento per concorrere a definire la migliore soluzione per il mercato italiano".
Fieg punta il dito contro Upa proprio per aver “aderito alla posizione del presidente di Auditel (Andrea Imperiali di Francavilla, ndr) che ha palesato la contrarietà alla fusione solo dopo l’annuncio il 28 aprile scorso (quando è stata notizia della fusione, ndr), dopo 18 mesi di lavoro sui contenuti e sulla governance che avevano impegnato Fieg, Upa, Fedoweb e Una”.
Nella sua nota Fedoweb ricorda che "l’evoluzione del mondo editoriale, ed in particolare la convergenza dei mezzi dovuta alla generale digitalizzazione, è stata alla base dei lavori degli ultimi 18 mesi sul tavolo di tutte le associazioni coinvolte, al fine di garantire agli investitori e al mercato in generale una misurazione delle audience sempre più puntuale e veloce. In particolare Fedoweb rappresentando gli editori broadcaster, gli editori tradizionali e gli editori nativi digitali ben comprende la necessità di ospitare e sposare la convergenza dei mezzi, consapevole della sempre maggiore trasversalità e centralità del canale digitale nei mezzi di comunicazione. In tal senso è stato studiato e condiviso l’impianto della futura ricerca e la relativa request for proposal già approvata da tutte le associazioni coinvolte nel progetto e frutto di un dialogo aperto fra tutte le associazioni".
Anche Una, l'associazione che rappresenta le agenzie di comunicazione, ha espresso ieri, per bocca del suo presidente Emanuele Nenna, il timore che lo stop alla fusione possa “impattare gravemente sull’intero sistema della pubblicità italiana", premendo perché venga ripreso il confronto tra le parti in causa e convocando una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione per il prossimo 3 giugno per discutere della situazione. Rammaricandosi oltretutto per le "inaspettate dimissioni da Upa del direttore generale Vittorio Meloni", dovute proprio alla sua contrarietà alla decisione di fermare il progetto d fusione.
La nascita di Audicomm, sottolinea la Fieg, ”come già nelle migliori esperienze in Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e in altri Paesi”, è finalizzata a “realizzare una ricerca per integrare la misurazione dei lettori/utenti stampa e digital, così come da anni richiesto dal mercato”. Un progetto evidentemente mal visto dagli editori televisivi, sostiene la Fieg.
Nella sua nota la federazione della stampa ricorda anche che “il progetto di fusione era stato accolto positivamente da Agcom, il cui presidente ha dichiarato che il progetto di fusione ‘tra le società Audiweb e Audipress, finalizzato alla realizzazione di una nuova ricerca integrata per la misurazione dei dati digital e stampa (…) anche sotto la regia di Upa che svolge un ruolo essenziale in questo settore, era vista con favore dall’Autorità”.
Per tutti questi motivi, Fieg chiederà ora al presidente di Audipress di mettere all’ordine del giorno del prossimo consiglio di amministrazione, così come condiviso dallo stesso CdA nel settembre 2018, la proposta di proseguire nel percorso di evoluzione della propria ricerca sviluppando l’integrazione con il digital e, nello stesso tempo, di cercare la più ampia condivisione del mercato, "in assenza della quale sarà necessario siano Agcom e Agcm a intervenire per evitare che i veti del sistema televisivo impediscano lo sviluppo dell’editoria con conseguenze gravi per il pluralismo".