Nell'era della globalizzazione può accadere che le esigenze locali vengano dimenticate dai brand. Per questo, uno dei principi del marketing da ricordare sempre è: Think global, act local. Ecco la personalizzazione del prodotto in base ai mercati: la "glocalizzazione".
Ma cosa accadrebbe se questo principio del marketing che si adatta in primis offline, venisse trasportato anche online? Da qui nasce il nuovo approccio "glocial" (global+local+social).
Ogni social è un ecosistema
Nel 2022 abbiamo ormai capito che non essere online è una mossa assolutamente sbagliata. Del resto, il numero di chi fruisce dei social ha superato i 2 miliardi, sparsi su tutti i principali social media. Ed è proprio per questo che risulta impensabile agire ovunque e soprattutto allo stesso modo. È necessaria una comunicazione ottimizzata glocial.
I social media non sono solamente luoghi digitali di incontro in cui i brand devono essere attivi, comunicando religiosamente i propri prodotti nel modo in cui si è sempre fatto. No, ogni social network è un vero e proprio ecosistema i cui mattoncini sono formati dalla community e dalle persone che potenzialmente ne possono fare parte. Bisogna partire proprio da questo concetto, per personalizzare la comunicazione in base al canale.
Facebook, per esempio, è considerato il social per definizione, praticamente la piattaforma più longeva tra quelle attualmente in uso, con stimati più di 2.5 miliardi di utenti attivi mensili. Per loro, però, è importante avere a disposizione contenuti leggeri, semplici e chiari, ancora meglio se composti da testi o video immediati.
Instagram, che inizialmente era il luogo online perfetto per condividere scatti e istantanee, ora è un validissimo strumento di business, specialmente per le aziende che amano veicolare il loro messaggio attraverso l'uso delle immagini. Per questo, è importante comunicare in maniera maniacalmente curata, emozionale e riconoscibile attraverso i mezzi a disposizione, ossia stories, feed e reels.
E se dovessimo dire Gen Z cosa vi viene in mente? Sicuramente la piattaforma per eccellenza: TikTok, il social network cinese nato nel 2018 dalla fusione con l’altrettanto celebre Musical.ly. Il suo punto forte sono senza dubbio i contenuti video che intrattengono attraverso storie, tutorial ed educational contents.
Tre elementi per ottimizzare la comunicazione social
Insomma, i social media sono strumenti utilissimi per aumentare il tasso di conversione, e in tal senso è importante avere accorgimenti per riuscire a comunicare in modo glocial.
In primis, bisogna fare molto social listening: ascoltare cosa hanno da dire gli utenti e anche cosa non hanno da dire, per capire quali sono le parole più utilizzate, i trend del momento da cavalcare, le idee da concretizzare e integrare. E quando non si riesce a venire a capo di qualcosa, la cosa migliore da fare è chiedere direttamente agli interessati: tramite Google Form, typeform o Instagram Stories, è meglio domandare alla community cosa si aspetta e cosa vorrebbe trovare. In questo modo si otterranno due benefici; il primo è il numero di idee nuove e fresche, il secondo è rendere davvero parte dell’azienda anche chi per altri è solo un numero accanto alla parola “followers”.
Bisogna poi fare un sacco di test di tutti i tipi di contenuti, di elementi grafici, video, audio e testuali, per capire quali sono quelli che performano meglio e quindi iniziare a puntare principalmente su quelli.
Per passare quindi all’ultimo elemento, ossia iniziare a predire i trend e le attività su una base molto più larga, dati alla mano e con il giusto spirito creativo, perché questo è il momento in cui le aziende devono passare dallo “storytelling” allo “storydoing” attraverso l’approccio glocial.