La generazione Alpha, prima ancora della GenZ, è la prima generazione nativa digitale che in simbiosi con il proprio smartphone, si affida a motori di ricerca, social network, e community online per tutte le sue attività quotidiane.
Una generazione che grazie ai nuovi servizi di streaming ha scoperto un nuovo tipo di televisione: quella non commerciale, priva di pause pubblicitarie. Con l’avvento di piattaforme digitali come Twitch e YouTube, e con l’incredibile boom del settore del gaming, si potrebbe pensare che le NewGen abbiano abbandonato del tutto la tv per passare più tempo su tablet e playstation, ed in parte è così.
Nei canali principali la cosiddetta “Tv per Ragazzi” ha troppe cose che non funzionano: è tradizionalista, parla un altro linguaggio, e non è attenta alle reali esigenze dei giovani telespettatori. Un esempio tra tutti è stato il recente nuovo format di mamma Rai, “Voglio Essere un Mago”, sospeso per flop a due puntate (su cinque) dal termine. Un programma costato migliaia di euro, che ha registrato record negativi di share e di gradimento.
IL CASO DE “IL COLLEGIO”
“Il Collegio” è uno dei programmi di punta di Rai2, un docu-reality dove una ventina di adolescenti (13 - 17 anni) sono chiusi per un mese intero dentro un collegio con ambientazioni del passato. Le lezioni scolastiche si alternano a momenti di vita vera, con la nascita di antipatie, amicizie e amori.
È il 2017 quando va in onda la prima edizione de Il Collegio, ed è forse la prima volta in cui dei ragazzi normali, degli adolescenti in cui è facile immedesimarsi, diventano prima volti della tv e poi, in pochissimo tempo, delle vere e proprie star del web. Perché, finita la trasmissione di quattro puntate, la vita vera di questi ragazzi continuava ad essere mostrata attraverso i social media.
House of Talent nasce così: prendendo sotto la propria ala alcuni dei ragazzi usciti da “Il Collegio”, quelle persone che la trasmissione aveva usato, reso famose, e che poi aveva abbandonato.
Le principali produzioni italiane sono in mano a delle ‘major’ che monopolizzano quasi del tutto il settore e che spendono cifre importanti (si parla di decine di milioni di euro), e dove tutto viene esternalizzato. Le reti commerciali danno ancora troppo valore alle pubblicità mandate in onda prima, durante e dopo una trasmissione, ma il mercato ci mostra che le pubblicità non sono più il focus del guadagno (altrimenti realtà come Amazon Prime Video e Netflix sarebbero fallite miseramente).
Ed ecco l’errore delle reti: esternalizzare qualcosa che dovrebbero fare proprio, ovvero il format, la produzione, la gestione commerciale dei volti per una nuova pubblicità da far anche attraverso i social media. Insomma, dovrebbero valorizzare totalmente il proprio contenuto.
House of Talent è stata la prima realtà a riconoscere il vero valore dei ragazzi di un docu-reality della Rai, guardando al di fuori della scatola televisiva; ha creduto in loro, li ha messi al centro, e ha investito su di loro a 360°, gestendo i diritti commerciali delle collaborazioni nate con i brand. Stiamo parlando di persone vere, ragazzi e ragazze di talento, che amano cantare, ballare, studiare recitazione, interagire coi propri follower. Persone rese note dalla tv e immediatamente dimenticate dalla tv.
I NATIVI DIGITALI E LA TELEVISIONE: COSA VOGLIONO I RAGAZZI?
Cari produttori televisivi, il mondo è cambiato e non ve ne siete accorti!
Qualche anno fa una serie televisiva come “Zack e Cody al Grand Hotel”, per citarne una, faceva sognare i piccoli telespettatori di Disney Channel: tutti i bambini avrebbero voluto essere proprio come loro, tutti volevano vivere al Grand Hotel! Poi i bambini sono cresciuti, hanno preso in mano un cellulare con connessione a internet, e la loro illusione è finita: il Grand Hotel non esiste. Zack e Cody non esistono. Si chiamano Dylan e Zack Sprouse, hanno un’altra vita, sono degli attori, tutto era finzione.
Per un ragazzino l’amarezza è tanta, pari solo alla scoperta della verità su Babbo Natale. Ed ecco allora svelato il segreto per conquistare il nostro nuovo, giovanissimo pubblico: mostrare persone e non personaggi. Offrire autenticità e realtà. Chiamiamo i protagonisti con il loro vero nome e cognome, creiamo dei reality show che siano davvero pieni di reality, perché gli adolescenti sono abituati a vedere la vera vita degli influencer attraverso IG stories e dirette TikTok, e si aspettano la stessa cosa nelle sit-com e negli show in tv.
I social ci hanno abituato a sapere tutto di tutti e la televisione si deve adattare a questa nuova regola se vuole restare credibile.
HOUSE OF TALENT E LA NUOVA TV PER RAGAZZI
Nel 2017 House of Talent si presenta come la prima crew di influencer, talent e creator in Italia a credere in un management di gruppo. Lo sviluppo del business è cresciuto in fretta, e oggi riusciamo a gestire e supportare i nostri ragazzi con produzioni costruite internamente.
La unit produzione non è nata a tavolino, ma è stata l’evoluzione naturale di un business già esistente: dopo aver lavorato per diversi anni su format social, ha trasformato il know-how acquisito nel digitale e lo ha portato in televisione per conquistare il target kids e teen, trasformando i format editoriali digitali in format televisivi. Nascono così prodotti nuovi come “Talent Reverse” (un talent-reality in cui dodici giovani influencer si scambiano di ruolo con genitori o fratelli), “Super Style” (consigli di outfit e stile per ogni occasione nella vita di un adolescente) e “Super House”, la sit-com in onda su Super! e prodotta interamente da House of Talent in cui tre giovani talent danno vita ad esilaranti gag tra risate e ospiti sempre nuovi.
I ragazzi di House of Talent vivono in un loft di 333mq nella città di Milano, fatto da ampie vetrate con vista sulla metropoli: un grandioso studio di registrazione, uno spazio unico e coloratissimo, con tanto di palco, luci, videocamere e microfoni. House of Talent riesce a infrangere le regole di mercato pensando fuori dagli schemi, dando vita a una tv nuova e stimolante. ottimizzando i costi di produzione in modo onesto e intelligente.
I principali produttori televisivi sono consapevoli che spendono molto di più di quello che dovrebbero, avvalendosi del lavoro di cinquecento persone quando, probabilmente, ne basterebbero cinquanta. Ma non è impossibile costruire una produzione snella, che si attiva sul momento e andando dritta al punto, e dando il giusto valore alle cose: questa è una lezione che ci è stata data dal mondo digitale.
House of Talent produce contenuti di qualità moderni, a basso costo e in brevissimi tempi di produzione, ma soprattutto, parla lo stesso il linguaggio dei suoi telespettatori. Format low cost, tutti italiani, realizzati da nativi digitali per nativi digitali.