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Il Garante della privacy italiano ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il chatbot DeepSeek, su piattaforma web e su app, servizio che negli ultimi giorni ha fatto molto parlare di sé (qui il nostro articolo). Intanto l'app, che ha raggiunto i primi posti nei download in queste ore a livello globale, è sparita dai negozi digitali di Google e Apple nel nostro Paese.
"L’Autorità - si legge nel comunicato del Garante per la protezione dei dati personali - considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia, ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento e se siano conservati su server collocati in Cina". Il governo cinese prevede, infatti, per legge una condivisione dei dati.
E' stato chiesto inoltre "che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati".
Le due società dovranno fornire al Garante le informazioni richieste entro 20 giorni.
L’Autorità italiana è stata la prima ad attivarsi per chiarire la politica sulla privacy di DeepSeek. Altri organismi di controllo in Europa hanno affermato che tutti i servizi dovranno rispettare le norme sulla protezione dei dati e sull’intelligenza artificiale della regione, senza menzionare esplicitamente l'app cinese.
Non è la prima volta che il Garante della privacy si muove nei confronti di una piattaforma di intelligenza artificiale: nel 2023 costrinse ChatGpt a interrompere il servizio in Italia, per il timore che la raccolta dei dati personali fosse poco trasparente. La piattaforma di OpenAI riprese a funzionare nel nostro Paese quando applicò la normativa europea.
L’indagine si concentra quindi su alcuni punti della policy privacy pubblicata sul sito di Deepseek, dove viene riportato che i dati sono su server cinesi e che possono essere condivisi con vari soggetti a scopi pubblicitari e anche di sicurezza pubblica. Tra i dati raccolti dall'app, ci sono informazioni sul profilo, indirizzo IP, identificatori del dispositivo, lingua del sistema e modelli di utilizzo. Le informazioni vengono raccolte anche per mezzo dei cookie. Sul sito di Deepseek è specificato che il servizio non è destinato a bambini sotto i 18 anni ma non ci sono sistemi di controllo per impedire l’accesso ai minori.