GroupM alza le stime: 2021 a +14% per la pubblicità
La ripresa degli investimenti traina il comparto pubblicitario, mentre le aziende accelerano su digital ed ecommerce
L’apertura del nuovo WPP Campus di Milano, l’innovativo hub che riunirà in un’unica sede più di 35 agenzie e oltre 2.000 dipendenti del gruppo, e che rappresenta un importante progetto di riqualificazione urbana di un’area industriale dismessa della città, è stata un’occasione per incontrare i vertici della multinazionale in un momento di grande fermento per il mercato pubblicitario, in cui la ripresa del settore è addirittura superiore alle aspettative della holding.
«Fino a poco tempo fa si pensava che ci sarebbero voluti due anni per recuperare i livelli di investimenti pubblicitari del 2019 – ha dichiarato Mark Read, CEO di WPP, anche lui presente all’inaugurazione del WPP Campus –, in realtà quest’anno gli investimenti in Italia ma anche nel mondo stanno non solo raggiungendo ma anche superando quelli di due anni fa. Vaccini e riaperture hanno dato una spinta emotiva alla popolazione, che ha avuto effetti benefici anche nella ripresa degli investimenti pubblicitari. Adesso ci troviamo davanti a un mercato che nel frattempo si è evoluto con nuovi trend, come la digitalizzazione e l’ecommerce. È un periodo di grande innovazione, che vogliamo affrontare anche con spazi pronti al futuro, come questo del nuovo Campus di Milano».
Un mercato in ripresa dunque, così netta da aver fatto recentemente rivedere a GroupM le proprie stime sull’andamento del settore. «Abbiamo rivisto le nostre previsioni - ha spiegato Massimo Beduschi, Chairman di WPP in Italia –, passando da un +10% a un +14%, con tv e digitale a coprire la fetta più cospicua della spesa ossia l’86-87%, e con il rimanente circa 15% sugli altri mezzi. Tra questi, radio e affissioni sono in ripresa, mentre la stampa sta ancora soffrendo (su quest’ultimo mezzo, poi, pesano anche questioni di sostenibilità e ambiente)».
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È vero che su questa ripresa potrebbe esserci la nube dell’automotive, con un rallentamento di forniture e acquisti a causa di problemi nell'approvvigionamento dei semiconduttori, ma secondo il manager «l’andamento complessivo di crescita non dovrebbe risentirne: l’eventuale frenata dell’automotive potrebbe essere recuperata dai cosiddetti new comers, come Amazon, Disney, Netflix, Dazn, in piena avanzata».
Secondo Beduschi, «WPP riflette questo andamento positivo della comunicazione. Prevediamo di chiudere l’anno con una crescita a doppia cifra».
Insieme alla ripresa degli investimenti pubblicitari, si sta però assistendo anche a una rapida trasformazione delle esigenze di comunicazione delle aziende, che – complice la pandemia – hanno impresso una netta accelerata alla digitalizzazione dei loro asset. «I brand ci chiedono di essere loro partner nella crescita del business – dice a tal proposito Beduschi –, e sempre di più le loro esigenze sono concentrate sul trend dell’ecommerce. Durante i primi mesi della pandemia è diventato fondamentale essere online, tutti si sono attrezzati per essere sui marketplace, e questo fenomeno si sta ancora diffondendo, dalle big alle aziende più piccole. I clienti ci chiedono assistenza in questo, un’assistenza che in realtà copre tutte le facce della comunicazione, dalla creatività, al media e all’analisi dei dati, insomma la comunicazione a 360 gradi».
Nuove esigenze su cui WPP si sta già attrezzando: «Stiamo lavorando per assumere sempre più persone e dare un servizio sull’ecommerce a 360 gradi, con progetti specifici cross-brand in cui creatività e media lavorano insieme».