22/06/2023
di Teresa Nappi

Il caso delle molestie in agenzia: We Are Social si autosospende da UNA e avvia un’indagine con un ente terzo

Il co-founder Ottavio Nava: «Autosospensione finché la vicenda non sarà pienamente chiarita». Il Presidente di UNA Arduini: «Passo necessario a tutela e garanzia di tutto il settore e della stessa WAS»

Autosospensione dallo status di associata UNA e avvio di un’indagine interna con il coinvolgimento di un ente terzo: We Are Social, finita al centro della bufera nel caso delle molestie sessuali e di genere nell'ambiente della pubblicità a causa della vicenda della “chat degli 80(leggi qui), avvia una serie di iniziative e ribadisce pubblicamente la volontà di fare chiarezza sulla questione. A parlarne è Ottavio Nava, uno dei co-founder della sede italiana dell’agenzia, che ha sua volta ha richiesto l’autosospensione del proprio ruolo di consigliere in seno ad UNA.


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"Alla luce delle vicende che We Are Social sta affrontando nelle ultime ore abbiamo deciso, pur con rammarico, di autosospendere il ruolo della nostra agenzia e la mia carica di Consigliere all'interno di UNA - Aziende della Comunicazione Unite e, fino a che la vicenda non sarà pienamente chiarita”, spiega Ottavio Nava in una nota emessa dall’Associazione, che raggruppa tutti i principali player del settore della comunicazione. “Come già ribadito pubblicamente, We Are Social condanna qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati. Come azienda nel corso degli ultimi anni abbiamo messo in atto numerose iniziative affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto. Visti i nuovi elementi emersi abbiamo definito ulteriori azioni, tra cui un’indagine affidata a un ente terzo”.

Da parte sua, UNA ha prenso e recepito l’autosospensione di We Are Social e Ottavio Nava. "Riteniamo necessario questo passo, a tutela e garanzia di tutto il settore e della stessa WAS, che avrà la possibilità di chiarire l’accaduto -  ha spiegato il presidente Davide Arduini -. Molte aziende hanno già intrapreso da anni percorsi importanti di diversità, equità e inclusione, definendo linee guida e adottando codici di controllo e prevenzione dei comportamenti. Quello che vogliamo fare è creare percorsi applicabili a tutte le agenzie associate, anche le più piccole, affinché si abbia sempre più cura delle relazioni che si sviluppano all’interno dei luoghi di lavoro nel rispetto di ogni singola lavoratrice e ogni singolo lavoratore, tutelandone la diversità e la dignità”.

“Molte realtà della comunicazione associate non si riconoscono in questo fenomeno, ma le rivelazioni attuali non lasciano dubbi sul fatto che esso sia parte della nostra industry. È ancora più urgente e necessario affrontare il fenomeno, assumendoci le nostre responsabilità”, si legge ancora nel comunicato dell’associazione. A queste parole, UNA fa seguire una serie di iniziative: è infatti al lavoro per rafforzare ulteriormente i percorsi di formazione sui temi diversità, equità e inclusione e per l’istituzione di partnership importanti con centri e associazioni terze che offrono servizi di sostegno e ascolto.

“Confermiamo con forza che la nostra Associazione si impegna quotidianamente nel rendere ancora più chiari ed espliciti i principi etici e di trasparenza verso i lavoratori, i clienti, i fornitori e tutti i portatori di interesse”, prosegue Arduini. “Sono per noi valori fondativi in cui vogliamo specchiarci per riconoscere le qualità della nostra professione, soprattutto in questo periodo storico. Siamo già al lavoro affinché Il nostro statuto, il nostro codice deontologico e il codice etico diventino propulsori sempre più efficaci di una cultura della responsabilità sociale verso la nostra community di riferimento. Il cui maggior pregio proviene proprio dal riconoscimento e dalla valorizzazione della differenza”, conclude Arduini.

L'indagine interna aperta da We Are Social

Sull'indagine voluta da We Are Social, l'agenzia ha diffuso poi un ulteriore statement in cui dichiara che, prendendo atto di quanto raccontato fino ad ora e sulla base di "nuovi elementi emersi", ha deciso di "avviare un'indagine interna che verrà affidata a una realtà terza".

La società, "che ha scelto di agire in nome della trasparenza", ha deciso di intraprendere tutte le iniziative volte "a rendere l'agenzia un luogo di lavoro sicuro e inclusivo" e ribadisce che "condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamento inappropriato".

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