IPG, la multinazionale dei servizi pubblicitari cui fanno capo, tra l’altro, i network di agenzie McCann e FCB e i centri media UM e Initiative, ha chiuso il quarto trimestre 2020 con risultati migliori di quelli previsti dal mercato.
I ricavi netti negli ultimi tre mesi dello scorso anno sono stati pari a 2,28 miliardi di dollari, in calo del 5,4% a livello organico “a causa del difficile contesto macroeconomico”. Il risultato è la combinazione di una notevole tenuta del business negli USA (-1,8%a livello organico), cui fa da contraltare una contrazione a due cifre nel resto del mondo (-10,5%).
L'utile adjusted per azione è stato pari a 86 cent, migliore del 4,9% rispetto alla stima del Zacks Consensus seppur in calo del 2,3% anno su anno.
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Nell’intero 2020 i ricavi di IPG assommano a 8,06 miliardi di dollari, contro gli 8,63 miliardi del 2019 (-6,5% e -4,8% a livello organico). L'utile netto riportato per l'intero anno è stato di 351,1 milioni di dollari.
“Come previsto, i nostri risultati di questo trimestre continuano a riflettere gli effetti della pandemia. In condizioni difficili, abbiamo registrato un quarto trimestre solido, soprattutto negli Stati Uniti, e una performance per l'intero anno che dovrebbe ancora una volta posizionarci ai vertici del nostro settore”, ha commentato il Ceo di IPG Philippe Krakowsky.
Guardando al 2021, ha aggiunto Krakowsky, “
ci aspettiamo di tornare a una crescita organica positiva nel corso dell'anno e di conseguire una crescita per l'intero anno 2021 coerente con quella del mercato, facendo seguito alla performance sopra la media registrata da IPG nel 2020 rispetto al nostro gruppo di pari”.