Molestie nelle agenzie: l’intervista di Gianpietro Vigorelli riaccende i riflettori sul caso Metoo
Un’intervista rilasciata a La Stampa da Gianpietro Vigorelli, il fondatore di D’Adda Lorenzini Vigorelli, una delle più note agenzie italiane, nata negli anni ’90 e confluita poi nel network internazionale Bbdo, ha riacceso i riflettori sul caso Metoo della pubblicità nel nostro paese.
Un altro celebre creativo italiano, Paolo Iabichino, ha infatti rilanciato l’intervista sul suo profilo LinkedIn commentandola con queste parole: “Purtroppo non c’è una sola persona nel mio network che non sia venuta a conoscenza del nostro piccolo #metoo. Piccolo, non perché sia meno grave, ma perché gli omuncoli coinvolti o che stanno minimizzando la vicenda sono definitivamente piccoli. Piccoli, non perché siano bassi di statura. Cioè, anche, ma qui la statura non si misura in centimetri. È gente che usa i centimetri per darsi la misura del potere, e dal basso della loro miseria, riportano la questione a una piccola battaglia personale. Peggio delle molestie e del sessismo, c’è la miseria di chi ha fatto delle nostre agenzie una via di mezzo tra caserme e spogliatoi”.
Una chiara critica dunque alle parole di Vigorelli, a quello che Iabichino reputa un tentativo di minimizzare il caso delle molestie nelle agenzie, sollevato prima da Massimo Guastini, ex presidente dell’Adci (con un attacco diretto ad un altro noto pubblicitario, Pasquale Diaferia, accusato di essere stato colpevole di molestie in modo reiterato a danno di giovani lavoratrici del settore pubblicitario) e poi da Tania Loschi, una copywriter oggi freelance ma con precedenti esperienze professionali in diverse realtà di primo piano della comunicazione e del media che ha deciso di raccontare sul suo profilo Instagram una serie di fatti che l’hanno riguardata personalmente negli ambienti di lavoro.
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“Guastini e Diaferia si stanno facendo la guerra. Forse indagherei su questo”, risponde Vigorelli a Valentina Petrini, autrice dell’intervista, volendo alludere al fatto che il polverone sollevato da Guastini nasconda in realtà motivazioni personali. E spiegando la sua risposta anche con il fatto che ad oggi “non c’è nessuna denuncia che mi risulti” e consigliando dunque alle “ragazze” presunte vittime di molestie di “denunciare. Capisco che all’epoca dei fatti che stanno emergendo non c’erano gli strumenti legislativi di oggi, ma ora ci sono. Denunciate”. Vigorelli, da diversi anni non più operativo nel settore, invita poi a non "generalizzare", ricordando che "la pubblicità non è un ambiente sessista in cui il potere è nelle mani di soli uomini. Molte donne sono ai vertici".
Chiamato in causa da Vigorelli, Guastini ha pubblicato sul suo profilo LinkedIn una sua risposta di commento ai contenuti dell’intervista, riaprendo tra l’altro la polemica con Pasquale Diaferia.
A fare rumore sui social è stata poi oggi un'intervista pubblicata su Facebook dal profilo dello pseudonimo Monica Rossi ad un'ex collega di Vigorelli, che ha scelto di rimanere anonima. Un duro atto d'accusa al manager, rilanciato tra l'altro su LinkedIn proprio da Guastini, per i suoi atteggiamenti nei confronti delle donne che lavoravano nell’agenzia che dirigeva.