Inutile girarci troppo attorno: il caso Ferragni-Balocco ha segnato un punto di svolta in Italia sulla percezione degli influencer. Ma il cambiamento era già in atto e lo si percepisce dalle scelte che Instagram ha fatto negli ultimi tempi.
IG ha intrapreso un viaggio trasformativo, spostando l'attenzione dal puro conteggio di follower e like (il numero può essere nascosto agli utenti con un semplice click nelle impostazioni) verso la qualità e l'importanza dei contenuti condivisi. Questo cambiamento riflette un'esigenza crescente del pubblico di interagire con video e foto che siano non solo intrattenenti ma anche informativi e culturalmente significativi.
Adam Mosseri, capo di Instagram, ha recentemente evidenziato come la piattaforma sia guidata da una serie di algoritmi complessi che lavorano insieme per personalizzare l'esperienza degli utenti, mostrando loro contenuti ritenuti più rilevanti e interessanti (fonte creators.instagram.com, ndr).
Questo approccio mira a massimizzare il tempo di permanenza sulla piattaforma, legando direttamente l'engagement a ricavi pubblicitari più elevati (perché, va bene il benessere mentale delle persone, ma il business viene sempre prima di tutto). Mosseri ha anche smentito il concetto di "shadowbanning", assicurando che non è nell'interesse di Instagram nascondere i contenuti degli utenti senza motivazioni valide. Quindi, niente dietrologie: se non ti vede nessuno, devi cambiare modo di comunicare.
Contrariamente al passato, oggi il numero di follower non è l'indicatore principale del successo su Instagram. Come sottolineato da diverse analisi, (interessanti quelle di AgencyAnalytics, ndr), è il tasso di crescita dei follower e soprattutto l'engagement rate a definire la salute di una strategia di marketing su Instagram. Un elevato numero di follower non ha valore senza un'interazione significativa, che ora diventa essenziale per valutare l'efficacia dei contenuti pubblicati.
La classica domanda: “Quanti followers hai?” è ormai obsoleta nel Nord Europa. Questa tendenza non ha ancora attecchito in Italia, dove siamo lenti nell’accettare nuove vision, ma presto conquisterò anche il nostro Paese.
Questi cambiamenti stanno assestando un colpo forte ai tronisti social, che passano le giornate a mostrare eventi cool (quanto piace usare questa parola su IG…) e gli outfit del giorno. Tanti settori, compreso quello del fashion system, hanno cambiato rotta puntando su content creatori che possono autenticamente discutere di temi importanti come inclusività e sostenibilità. La nuova generazione di creator funge da guida culturale (un esempio perfetto è Vincenzo Schettini, professore di fisica partito da TikTok/IG e arrivato in Rai…), influenzando positivamente l'industria e la società. I brand e le agenzie digital ora prediligono collaborare con influencer che offrono contenuti educativi, informativi e ispirazionali, legando il loro marchio a valori profondi e duraturi.
La rivincita della cultura sull'effimero segna l'inizio di un'era in cui contenuti di valore guadagnano la scena principale. Instagram e i suoi utenti stanno ridefinendo le regole del gioco digitale, privilegiando l'autenticità e l'informazione rispetto al semplice intrattenimento. Le strategie di engagement si stanno evolvendo per rispondere a un pubblico che desidera non solo vedere ma imparare, condividere e crescere attraverso i social media.
Questo percorso, dettato dalle esigenze di un pubblico sempre più informato, promette di trasformare non solo il modo in cui i brand comunicano ma anche il valore che gli influencer portano alla società. Con una nuova generazione di creator (che non sono semplicemente talent, ma hanno davvero un talento…), Instagram vuole posizionarsi come un leader social, incentivando una cultura dell'apprendimento e dell'innovazione continua. Perché i numeri di TikTok spaventano. E perché alla fine quello che conta è sempre e solo il business. Ma se fa anche cultura, tanto meglio.