Se è vero che gli strumenti d’intelligenza artificiale sono in procinto di rivoluzionare interi settori industriali, quello del digital retail non è da meno. L’esperienza dei consumatori sta affrontando un periodo di grandi trasformazioni: tanti i punti di frizione che si incontrano nell’interazione coi brand, tanti di più sono i dati generati dai percorsi di acquisto frammentati. Non solo, per i retailer le difficoltà sono: ricostruire la journey dei loro clienti e identificare le preferenze degli stessi.
In questo contesto, l’AI si inserisce dinamicamente, offrendo la possibilità di lavorare su ampie basi di dati, mettendo insieme input diversi e aumentando il grado di conoscenza dei consumatori.
Lo sa bene Google, che nella 19esima edizione del Netcomm Forum ha illustrato il proprio punto di vista su prospettive e trend del retail oggi, in un momento in cui l’AI gioca un ruolo chiave per il settore.
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“Abbiamo cercato di costruire dei modelli che sembrino meno software ma siano di facile fruizione, intuitivi da utilizzare, come fossero dei collaboratori esterni o degli assistenti personali”, riferisce ai microfoni di Engage, Jacopo Allegrini, Director Sales Retail di Google in Italia, che prosegue: “In particolare, Gemini, nel nostro ultimo modello rilasciato, è stato costruito per essere multimodale, che vuol dire che può combinare e ragionare attraverso diversi tipi di input”.
L’obiettivo è dunque quello abbattere i silos di canale. Ancora oggi, il 10% del tempo di forza vendita in store viene speso per ricostruire l’identità del cliente, attraverso sistemi gestionali ancora parcellizzati. L’intelligenza artificiale insieme al patrimonio di dati di prima parte dei retailer può valorizzare ancora di più l’experience in store offrendo strumenti che permettono di ottimizzare tutti i processi di vendita.