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14/04/2025
di Simone Freddi

La vita è un soffio. Ciao Michele, gigante buono

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È difficile trovare le parole, in momenti così. Sabato ci ha lasciato Michele Migliarini, a soli 56 anni, in un tragico incidente in moto. Con lui viaggiava la moglie Caterina, trasportata in elisoccorso al CTO di Torino: ha riportato diverse fratture ma, stando alle informazioni finora disponibili, dovrebbe fortunatamente riprendersi.

La notizia ci ha raggiunto solo questa mattina colpendoci come un pugno allo stomaco, ricordandoci quanto la vita sia fragile. Quanto, davvero, tutto possa cambiare in un soffio.

Michele è stato per tanti anni un collega, ma prima ancora una persona a cui io e tutto il team di Engage volevamo bene. Un art director di straordinario talento, capace di dare forma e bellezza alle idee. Con Paolo Bosani, suo socio nel service editoriale Rubberduck, ha curato – tra le moltissime cose – anche l’identità visiva di Engage, progettandone il brand design e mettendo in pagina tutti i numeri cartacei della testata, finché li abbiamo pubblicati.

Chiunque abbia lavorato con lui sa quanto fosse speciale. Alto più di un metro e novanta, brontolone di facciata, con il suo look sempre un po’ disordinato, vissuto – come chi ha cose più importanti a cui pensare – Michele era, per tutti, un vero Gigante Buono. Di quelli che mettono d’accordo tutti, che uniscono, che fanno stare bene.

Con Michele ci conoscevamo da tanto, dai tempi in cui entrambi – come molti dei miei attuali colleghi – lavoravamo nella galassia Ediforum. Un mondo ricco di persone, progetti, riviste, energie. Poi, come inevitabilmente accade nei percorsi professionali e umani, le strade di molti di noi si sono divise, non senza lasciare cicatrici.

Eppure, come dimostrano i tanti messaggi scambiati tra ex colleghi questa mattina, Michele è sempre rimasto un punto fermo nel cuore di tutti noi. Lui è sempre stato quello che non divideva mai. Quello per cui provavamo tutti affetto, oltre a una grandissima stima, umana e professionale.

E in qualche modo, anche oggi, Michele è riuscito a fare ciò che gli veniva naturale: riunirci, idealmente, in un abbraccio. Nei ricordi. In quella nostalgia dolce che ci avvicina nel dolore.

Non avevamo comunque smesso di collaborare: l’ultima volta appena due settimane fa, al Programmatic Day. Le belle foto dell’evento pubblicate su Engage e sui social sono sue. Abbiamo riso, scherzato, come sempre. Era in splendida forma, si era appassionato al nuoto in acque libere, e ho pensato che non invecchiava mai.

Da genoano appassionato, si è persino trattenuto dal fare battute sulla mia amata e malandata Sampdoria. Tra le sue innumerevoli qualità, aveva evidentemente anche il senso della misura.

Un abbraccio sentito e commosso va alla sua famiglia: alla moglie Caterina, ai figli Giacomo e Davide, ai suoi genitori, al fratello Sebastiano e a Paolo Bosani, amico e compagno di tante avventure.

Ciao Miche. È stato un privilegio conoscerti.

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