Numeri in crescita nel 2023 per Tradedoubler, l’azienda svedese leader del conversion marketing. L’anno fiscale che si è concluso il 31 dicembre 2023 ha portato un incremento di fatturato del 13% al netto delle variazioni del tasso di cambio, per un totale di circa 170 milioni di euro, mentre l’utile lordo è cresciuto del 17%. In occasione della presentazione dei dati di bilancio, Engage fa il punto con il Ceo Matthias Stadelmeyer sulla strategia della società.
«Cresciamo stabilmente negli otto mercati in cui siamo presenti da anni e continuiamo ad aggiungerne, l’ultimo appena avviato è l’Australia - racconta Matthias Stadelmeyer -. Continuiamo a crescere nelle attività di affiliazione, che rappresentano l’80% del fatturato complessivo e, contemporaneamente, nell’influencer marketing con Metapic, il cui fatturato raddoppia da quattro anni, con Grow, la piattaforma di affiliazione self-service pensata per le PMI, e anche con Appiness, il servizio pensato per promuovere il download e il monitoraggio delle app mobile. Il segreto di questi numeri si nasconde nella nostra capacità di intercettare puntualmente le esigenze dei brand, che oggi hanno bisogno di un ritorno veloce e misurabile dei propri investimenti e vedono nel performance marketing un ottimo strumento per questo obiettivo».
Forte di 25 anni di esperienza nel conversion marketing, l’azienda svedese è stata capace di estendere questo modello in modo che l’inserzionista possa investire solo in base ai risultati ottenuti, nell’ambito dell’influencer marketing con Metapic, nella promozione delle app mobili con Appiness o nel Content to Commerce con Onbaz, la piattaforma specializzata nel live video shopping. Con Onbaz l'influencer organizza una sessione di video shopping in diretta e presenta i prodotti in accordo con un brand, incorporandola nel sito di un editore. «Si tratta di UGC (User Generated Content) molto apprezzati dai brand perché si svolgono in un ambiente ideale di vendita come il punto vendita tradizionale. Oggi Tradedoubler ha integrato Onbaz in Metapic in modo da fornire l’opportunità del live video anche agli influencer presenti in quest’ultimo network, sempre con il vantaggio di un tracciamento puntale e corretto».
«Le performance italiane - aggiunge Gianpaolo Vincenzi, country manager di Tradedoubler Italia - confermano i tassi di crescita globali, crescendo del quadruplo rispetto all’incremento medio di tutto il comparto del digital marketing italiano. Pur mantenendo il focus sulle attività di affiliazione, nel corso dell’ultimo anno abbiamo valorizzato le altre componenti d’offerta. In particolare, ad un anno dal lancio di Metapic, stiamo registrando una crescita e un interesse straordinario da parte delle aziende italiane per questa piattaforma di influencer marketing. Questi risultati sono guidati dal numero di clienti attivi, dalla loro spesa media sul network e dalla qualità dei creator presenti in piattaforma che generano un ROAS importante tracciato granularmente».
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Una piattaforma al servizio del cliente
Un’altra componente dell’offerta di Tradedoubler che ha trainato la crescita è la PVN, un’unica console centralizzata con la quale un cliente può gestire in piena autonomia tutte le campagne di digital marketing su tutti i canali «con un livello di dettaglio e granularità dell’informazione fuori dal comune. Nati 25 anni fa, siamo pionieri del marketing di affiliazione in Europa - ricorda Stadelmeyer -, il che significa che conosciamo bene tutti i requisiti tecnici e le funzionalità necessarie per la gestione di una campagna di digital marketing. Penso al tracking, all'ad serving e a tutte le funzioni per la gestione corretta del programma, oltre a soluzioni collaterali come la segnalazione di frodi». Il recente restyling della piattaforma, inoltre, ha permesso a Tradedoubler di fare un salto qualitativo, combinando la granularità dell’analisi ad una user experience «particolarmente apprezzata dagli advertiser».
Tradedoubler, spiega la società, è l'unico player che può vantare il più ampio spettro di funzioni all’interno di un’unica piattaforma, permettendo al brand o all’agenzia di gestire in completa autonomia qualsiasi attività di digital marketing. «Ovviamente - chiarisce il manager - i nostri specialisti possono sempre intervenire, sia in fase di configurazione sia, per esempio, nel caso manchino le risorse interne: in questo caso possiamo supportare totalmente il cliente nella gestione della sua PVN».
Adeguarsi alle nuove abitudini dei consumatori
Le abitudini dei nuovi consumatori cambiano ed è necessario intercettarle in anticipo per modellare un’offerta adeguata. «Oggi i consumatori sono mobile first - prosegue Stadelmeyer -, è dunque fondamentale fare in modo di semplificare e agevolare la customer journey via dispositivo mobile. E sembrerà strano, ma sono ancora tanti i brand che non sono strutturati per il mobile. Inoltre, è cambiato l’engagement con il brand. Le nuove generazioni non utilizzano più i classici canali di informazione ma vanno sui social e sono influenzati dagli UGC di quei profili che ritengono più vicini a loro e da contenuti di fruizione immediata e istantanea».
È in quest’ottica che Tradedoubler lavora per consolidare la propria posizione nella promozione dei contenuti generati dagli utenti, presidiandone i canali privilegiati e spingendo per un contenuto di valore che appaia realmente differente dal contenuto pubblicitario. Con particolare attenzione, inoltre, nella capacità di analizzare puntualmente i dati relativi alle campagne generati dalla piattaforma.
Le nuove modalità di approccio dei consumatori determinano anche una defocalizzazione sul CPS (Cost per Sales) che, pur rimanendo l’obiettivo principale, non è l’unico. «Ciò che serve - dice il manager di Tradedoubler -, è stimolare la brand awareness attraverso una relazione a lungo termine tra brand e publisher. Ma la scelta dei KPI dipende sempre dagli obiettivi del cliente. Possono essere a breve termine o a lungo termine, ci sono campagne legate a un determinato evento, come il Black Friday, o continuative su tutto l’anno, campagne di lancio o svendite. In base agli obiettivi, poi, si sceglierà il portfolio di publisher più opportuno, per esempio tra siti di couponing o cashback, o tra quelli di comparazione prezzi e i siti informativi. L’importante è attivarsi per tempo per ottenere il massimo durante ogni particolare evento. In definitiva, il valore di un network di affiliazione si misura sulla capacità di fornire diverse opportunità per la stessa campagna o allo stesso brand in base agli obiettivi, al prodotto, all’offerta e alla stagionalità. Per questo è fondamentale costruire un rapporto continuativo con l’inserzionista che si sviluppi nel tempo».
Ottanta milioni di conversioni
L'anno scorso Tradedoubler ha generato 5,5 miliardi di euro di order value per i propri clienti (+26%) e circa 80 milioni di conversioni. «La macchina che lo ha permesso è molto avanzata e ne siamo orgogliosi - sottolinea Stadelmeyer -. Tuttavia, oggi la tecnologia è una commodity, per questo il vero elemento di differenziazione è l’esperienza e la competenza. Il nostro è un lavoro di consulenza: ci sediamo con i clienti, facciamo una pianificazione annuale in base ai loro obiettivi e alla stagionalità, e offriamo loro un completo ventaglio di soluzioni e una rete di circa 180mila publisher attivi in piattaforma. Infine, facciamo un punto periodico con i clienti ragionando sulle performance grazie alla possibilità di tracciare tutto».
Tradedoubler si impegna anche per trasferire la cultura del conversion marketing che, non solo in Italia, ha ampi margini di crescita. «In tutta Europa prepariamo workshop sul performance marketing, per i singoli clienti o per le agenzie. Organizziamo eventi in cui mettiamo in contatto i brand con i publisher, in modo che possano scambiarsi e comprendere le reciproche esigenze. Il nostro ruolo è di essere al centro e di educare entrambi, aiutandoli a raggiungere i migliori risultati possibili per entrambe le parti».
Per concludere, il manager chiarisce la posizione di Tradedoubler rispetto alla neutralizzazione dei cookies di terze parti: «Noi lavoriamo con cookie di prima parte - chiarisce Stadelmeyer -, ovvero utilizziamo solo i cookie dei brand e abbiamo anche diverse possibilità per tracciare senza l’uso di un cookie. Le diverse normative in vigore in Europa non hanno mai avuto alcun impatto sull'attività che svolgiamo per inserzionisti e publisher. In particolare, non conserviamo i dati privati degli utenti, perché la nostra tecnologia non ne ha bisogno. Processiamo i dati ma non abbiamo necessità di memorizzarli, e stipuliamo accordi di trattamento dei dati con ogni cliente spesso accettando i loro protocolli. Definire da subito le regole di ingaggio a questo proposito è positivo ed è un fattore differenziante per i nostri clienti».