I plus che ripagano: trasparenza, chiarezza ed empatia
Ulteriore evidenza emersa dal report di Carat è che una comunicazione chiara e trasparente è una leva importante.
Tra i primi 20 brand per EQ, 18 sono anche primi per social skill, ovvero la capacità di comunicazione e di gestione di crisi e conflitti, e di leadership. Il messaggio che ne emerge è: non lasciar parlare solo le tue azioni, ma raccontale.
Altro aspetto importante emerso dal Brand EQ Report è che i marchi spesso hanno molta consapevolezza di sé, ma mostrano poca empatia: analizzando la correlazione tra i tratti dell’EQ, è possibile notare che l’aspetto più sviluppato dai brand è la self-awareness, la consapevolezza della propria identità, seguito dall’impegno rivolto alla customer experience e spirito di iniziativa (motivation).
All’estremo opposto si trovano la self-regulation, l’attitudine a comportarsi con onestà e integrità, elemento strettamente correlato alla fiducia, e la capacità di comprensione delle persone e dei propri bisogni (empathy).
I brand nella top 10 hanno saputo costruire un bilanciamento tra i due poli, attraverso un profondo allineamento della propria identità e delle proprie azioni alle esigenze reali e ai valori più profondi delle persone.
Sono brand recettivi che hanno sviluppato agilità e rapidità nel trasformarsi per rispondere a questi bisogni, in continuo e veloce mutamento, ora più che mai.
Marchi come Amazon, Google, Coca Cola hanno coltivato la relazione mantenendo uno stretto contatto con i consumatori, al fine di offrire loro un’esperienza sempre più rilevante.
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Proprio come nelle relazioni umane è importante mantenere il contatto con l’emotività e i bisogni dell’altro, affinché lo scambio sia positivo, di valore.
Investire per accrescere l’EQ non è, quindi, solo "nice-to", ma paga. Nell’ultimo decennio, lo share price medio dei 20 brand emotivamente più intelligenti a livello globale ha superato del 100% quello dei brand con un basso EQ.
I brand con un elevato EQ hanno registrato performance superiori di oltre 500 punti percentuali, anche rispetto a indici chiave come lo Standard & Poors 500 e il Dow Jones 30.