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di Lorenzo Mosciatti

La televisione torna a crescere in Italia grazie alla pubblicità e allo streaming. Il rapporto di Mediobanca

Sky, Rai e Mediaset controllano più dell’80% del settore. Netflix, il giro d’affari sale a 450 milioni di euro

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Il settore radiotelevisivo italiano nell'annus horribilis 2020

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Analizzando il 2020, il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano ha proseguito il trend calante scendendo complessivamente a 8,1 miliardi (-6,6% sul 2019), con un’incidenza sul Pil pari allo 0,5%. Il calo investe tutti i comparti: -22,7% la radio (0,5 miliardi nel 2020), -7,2% la tv in chiaro (4,4 miliardi) e -2,3% la tv a pagamento (3,2 miliardi). Quest’ultima però cela dinamiche opposte, con la pay tv tradizionale in frenata (-8,5%), mentre gli abbonamenti streaming crescono a doppia cifra (+42,5%), rappresentando ora l’8,3% dei ricavi aggregati del settore (+2,9 punti percentuali rispetto al 2019).


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Sono in contrazione anche i ricavi da canone (-4,1%), con il numero degli abbonati al servizio pubblico sostanzialmente stabile sui livelli di fine 2018; è però possibile attendersi una recrudescenza dell’evasione del canone Rai a partire dal 2023, qualora venga confermata l’abolizione dell’attuale modalità di riscossione in bolletta, così come sembrerebbe previsto dagli impegni sottoscritti dall’Italia per accedere ai fondi del Pnrr.

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