Gli Europei sono entrati nel vivo! Tutti siamo incollati davanti allo schermo (di una tv o di un device) a tifare, ma fino a poco tempo fa il calcio sembrava davvero arrivato al capolinea. La Superlega doveva segnare una svolta epocale e invece, si è trattato solo di un buco nell’acqua.
Cosa ha a che vedere questo con la Generazione Z? Tutto. Gli Zoomer sono stati presi dai presidenti delle grandi società coinvolte nel progetto, da Florentino Perez ad Andrea Agnelli, come i principali destinatari di questo radicale cambiamento.
Per il presidente del Real Madrid “i giovani tifosi” trovano le partite troppo lunghe e il calcio uno sport noioso. Il presidente della Juventus è ancora di più entrato nello specifico, dichiarando che: “il 40% di coloro che hanno fra i 16 e i 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio” aggiungendo: “guardando alla Generazione Z bisogna capire che i nuovi competitor del calcio sono gli eSports e Fortnite”.
Cosa c’è di vero? Qualcosa…
Parliamo dell’Italia: vero è che mentre guardano una partita di calcio, 8 ragazzi su 10 sono contemporaneamente su Instagram o YouTube e che, nel nostro paese, gli eSports vantano più di 1.600.000 fan che guardano un evento di giochi competitivi almeno una volta a settimana (e non disdegnano la presenza di un brand nei tornei).
Meno vero quello che dichiarano i fondatori della Super Lega, infatti anche la GenZ ha bocciato il progetto perché ritenuto “ingiusto”. Desiderano un miglioramento del calcio ma non è di certo questo, vogliono che ci sia più intrattenimento e, senza subissare di percentuali, i motivi per cui i più giovani seguono il calcio sono tanti e diversi: stile di gioco, fan di un singolo giocatore, c’è chi tifa spinto da amici o genitori, chi perché segue un club “sempre vincente”. A questo poi si aggiunge un desiderio comune, i più giovani vorrebbero che il calcio venisse meglio raccontato sui social media, specialmente con contenuti non live o da backstage.
Gli eSports rispondo ai loro desideri, offrono un maggiore intrattenimento e soprattutto i gamer professionisti restano più vicini al mondo reale della GenZ, a differenza dei calciatori visti ancora come modello troppo aspirazionale. È più facile poter sognare di diventare un gamer famoso, imparando dagli altri, seguendo partite virtuali per diventare più bravi, imparando nuovi trick, che sognare di essere la star di un top club.
Come migliorare il calcio? Cosa prendere dagli eSports? Una risposta precisa non c’è e sarebbe pretenzioso volerla in così poco tempo. Bisogna immergersi nel mondo dei più giovani e impegnarsi a fare intrattenimento, a creare nuovi idoli.
Restando nell’universo del pallone, siamo passati dal Principe Giannini, capitano della Roma, a “El Principe” Milito, al nuovo “prinsipe” Daniele Paolucci, classe 1996, a oggi uno dei più forti giocatori al mondo di Fifa e che ci dice perché i ragazzi seguono così tanto gli eSports: “Sempre più pubblico preferisce sintonizzarsi su una partita virtuale che una reale. I bambini e i ragazzini seguono più noi che i calciatori veri, perché? Scelgono tutto dagli schermi del loro telefono o pc”.
Semplice, no?