Mancava solo lei tra i grandi big della pubblicità mondiale, e oggi l’annuncio è arrivato: anche Omnicom lascia la Russia.
La holding guidata da John Wren ha dato annuncio della decisione con una nota ufficiale, in cui conferma di starsi ritirando dal Paese e di stare “lavorando con i partner locali per chiudere tutti i nostri investimenti”. La società starebbe cercando comunque di assicurare una continuità dei servizi ai clienti e un futuro ai propri dipendenti in Russia, che sono circa 2000 persone: “ci aspettiamo di finalizzare a breve i dettagli” spiega nella nota.
In Ucraina, Omnicom conta circa 200 dipendenti. “Siamo in contatto costante con i capi delle nostre agenzie in Ucraina e supportiamo i nostri lavoratori con l’assistenza umanitaria di cui hanno più bisogno, come trasporti, alloggi, visti e burocrazia, servizi di traduzione, servizi per il trasferimento, beni di prima necessità e supporto medico”.
A distanza di pochi giorni, a volte addirittura di poche ore, tutte e cinque le big della pubblicità mondiale hanno annunciato di aver abbandonato il Paese, in segno di protesta nei confronti dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. La prima è stata WPP, seguita da IPG, Publicis e dentsu. Anche Havas ha preso posizione in merito, annunciando di avere congelato i nuovi investimenti nel Paese.
La decisione del mondo pubblicitario si unisce a quella, altrettanto importante in quanto ha conseguenze dirette anche nella vita quotidiana della popolazione russa, di tante aziende, che hanno sospeso produzione e vendite in Russia: tra di loro ci sono P&G, Levi’s, Unilever, Estee Lauder, l’Oreal, PepsiCo, Starbucks, McDonald’s, Coca-Cola, oltre alle grandi piattaforme media come TikTok, Netflix, Spotify, Snapchat e ancora Google, Twitter e Facebook.