La rimonta del Covid iniziata in queste ultime settimane non sembra al momento frenare la ripresa degli investimenti pubblicitari, che WPP Italia conferma essere molto robusta tanto che «la chiusura d’anno, prevista da GroupM a +13,8% a livello di mercato, potrebbe essere perfino migliore, attestandosi intorno a +15%, per continuare poi anche nel corso del 2022 con una previsione di +5%». E’ quanto ha detto Massimo Beduschi, Italy Chairman di Wpp, fermandosi a parlare con la stampa insieme alla Country Manager Simona Maggini, venerdì a Milano a margine del Forum WPP | The European House Ambrosetti (qui l'articolo con la cronaca dell'evento).
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«A spingere sono sempre il digitale e la tv, ma in questi ultimi mesi anche radio e out-of-home sono in miglioramento mentre la stampa è sempre un po’ in sofferenza», ha precisato Beduschi. Più che il Covid, che in questo momento appare tutto sommato sotto controllo quanto meno per gli impatti sull’attività economica, a destare qualche preoccupazione per i prossimi mesi è «l’attuale crisi degli approvvigionamenti, che sta mettendo in affanno la logistica e si teme possa innescare spirali inflazionistiche. Le previsioni restano comunque molto positive nel complesso», ha detto Beduschi.
Per quanto riguarda le tendenze in atto, il 2022 «potrebbe davvero essere l’anno dell’addressable, sulla tv e non solo», ha aggiunto Beduschi mentre a livello di WPP, il cui business italiano «chiuderà il 2021 in crescita anche rispetto al 2019, con un andamento in linea con quelle che sono le nostre stime sul mercato», una novità che è in atto già da quest’anno è che alla crescita dell’attività media non fa più da contraltare un declino delle attività creative, ma al contrario «il mondo della creatività, delle PR, delle special unit sta crescendo più del media», ha detto il Chairman della sede italiana di WPP.
Intanto, mentre il paese prova a progettare un futuro di ripartenza e crescita economica anche attraverso l’attuazione del
PNRR, anche la comunicazione potrebbe giocare un ruolo centrale a favore della trasformazione economica e culturale del Paese. «C’è un
dialogo aperto con il Governo, auspichiamo che ci siano da parte di ministeri come Mise e Mef delle risorse da investire per la corretta ed efficace comunicazione di tutto quello che viene fatto nell’ambito del PNRR. In molti Paesi del mondo, lo Stato è il primo investitore in comunicazione, riteniamo che anche da noi potrebbe essere risposta più attenzione a questi aspetti, specialmente in un momento così decisivo e ricco di trasformazioni come quello che stiamo vivendo».