Come gli editori si preparano all'era cookieless? Lo studio di Teads
I publisher si stanno tutelando da cambiamenti che sempre di più coinvolgono piattaforme e policy facendo leva sui dati prima parte e contenuti di qualità
Dati di prima parte e contenuti di qualità: sono queste le leve su cui punteranno i publisher per affrontare l'era cookieless. Lo rivela una ricerca di Teads sul tema, aggiornamento della stessa survey lanciata nel 2021. Il sondaggio è stato sottoposto a 449 tra migliori editori mondiali tra cui realtà medio-piccole e le più grandi media companies internazionali con l’obiettivo di capire quali sono le azioni che attueranno, in risposta alla deprecazione dei cookies e quali iniziative del settore loro intendono implementare.
Sale il livello di conoscenza sui cookie
Il livello di conoscenza dell’argomento cookie per il segmento degli editori è notevolmente migliorato da un anno all’altro, infatti, il 30% di essi dichiara che “ha una profonda comprensione di tutte le nuove iniziative del mercato, inclusi, vantaggi e svantaggi”. Nel 2021 solo il 23% aveva risposto in maniera positiva in tal senso. In calo dal 10%, solo il 6% dichiara di non avere alcuna conoscenza su cookies e futuro cookieless.
La deprecazione dei cookie è un'opportunità
Quando è stato chiesto come cambiamenti a livello di piattaforme e normative nel 2021 abbiano impattato sulle loro strategie per il futuro cookieless, il 78% ha dichiarato che questi cambiamenti non hanno impattato i loro piani, anzi in alcuni casi li hanno addirittura accelerati.
In risposta alla domanda “Consideri la deprecazione dei cookie di terza parte e/o IDFA IDFA/Device IDs una minaccia o un'opportunità per gli editori?”, abbiamo assistito a un aumento del 100% da un anno all’altro, con il 50% degli intervistati che ha affermato che tali cambiamenti aprono a un’opportunità per differenziarsi grazie ai dati di prima parte e alla qualità dei contenuti prodotta da ogni editore.
Dati di prima parte, contextual targeting, Unique ID e la sfida dei login
Alla domanda su quali soluzioni di dati/targeting vorrebbero adottare, solo il 27% ha affermato che sarebbe stata presa in considerazione la Privacy Sandbox. La maggioranza dei partecipanti (63%) ritiene che la soluzione migliore sia l’utilizzo dei dati di prima parte, seguiti opportunamente dal contextual targeting (59%) e lo Unique ID (43%).
La soluzione più sfidante per gli editori sembrano essere i login. Infatti, soltanto il 45% degli editori mondiali ha una strategia volta a promuovere l'utilizzo dei login specificamente per combattere la deprecazione dei cookie di terze parti, mentre il 93% afferma che la metà o meno dei propri utenti accede regolarmente al sito.
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Dalla ricerca emerge che il motivo di questa circospezione è dovuto a timori legati al rapporto con l’utente: il 45% dei partecipanti è preoccupato per i possibili impatti sulla user experience, mentre il 49% teme un calo di fiducia dell’utente con conseguenze negative sul traffico. Le sfide sono inoltre legate all’effettiva capacità di monetizzazione dell’inventory (33%), implementazione tecnica degli accessi (31%) e il conflitto con modelli di business basati sugli abbonamenti (18%).
A fronte dei risultati emersi nel sondaggio, Todd Tran, Chief Strategy Officer di Teads ha dichiarato: "L’evoluzione nell'ultimo anno è stata rapida, siamo passati a un’affascinante fase di apprendimento accelerato e adozione di nuove tecnologie che stanno dimostrando che gli editori possono prosperare in un mondo cookieless. La cosa più incoraggiante è vedere che gli editori stanno apportando modifiche per tutelare i loro modelli di business da fattori esterni. Concentrandosi su contenuti di qualità e dati di prima parte, offrono agli inserzionisti la migliore opportunità possibile per acquistare media sostenibili che guidino risultati di business reali. È un momento molto stimolante per gli editori e siamo orgogliosi di lavorare con loro su nuove tecnologie e soluzioni, come il nostro tag cookieless, per questo nuovo mondo cookieless”.