Nielsen: pubblicità a -9,2% tra gennaio e marzo. La ripresa nel secondo semestre
Tra lockdown, politiche di prezzo, eventi cancellati e meno pianificazioni, il mercato ha chiuso marzo a -29%. Ma la pandemia ha anche stimolato un profondo cambiamento nella comunicazione
La pandemia da Coronavirus ha fatto sentire i suoi effetti anche sul mercato pubblicitario italiano. Effetti importanti, che hanno investito sia gli acquisti degli spazi che il modo stesso di fare pubblicità. È quanto emerge dall’analisi di Nielsen sull’andamento del mercato pubblicitario, presentata oggi da Alberto Dal Sasso, AIS managing director di Nielsen, nel corso di un webinar, insieme ai presidenti delle associazioni che rappresentano la filiera della comunicazione italiana: Lorenzo Sassoli de Bianchi (UPA – Utenti Pubblicità Associati), Massimo Martellini (FCP- Federazione Concessionarie di Pubblicità) ed Emanuele Nenna (UNA – Aziende della Comunicazione Unite). Dopo un febbraio positivo, che, in tempi non sospetti, poteva far presagire un trend consolidato, a marzo il mercato pubblicitario è crollato infatti del 29%, perdendo circa 243 milioni di euro rispetto allo stesso mese del 2019 (594,7 milioni vs 837,7 milioni). L’andamento si è riflesso anche sul trimestre, che si è chiuso in calo del 9,2%. La contrazione, sia per il singolo mese che per il periodo cumulato gennaio – marzo, riguarda tutti i mezzi e generalmente tutti i settori, seppur qualche comparto abbia beneficiato del buon andamento di inizio anno. Una situazione che non è propria del mercato nazionale, ma è comune anche agli altri Paesi, indizio dell'impatto della pandemia globale. Relativamente ai mezzi, la TV è calata nel singolo mese del 30,9%, chiudendo il trimestre a -10,5%. I quotidiani e i periodici a marzo perdono rispettivamente il -34,1% e -31,5% (-18% e -21,2% l’andamento gennaio – marzo 2020). Dopo performance positive per diversi mesi consecutivi, il lockdown ha impattato anche sulla raccolta pubblicitaria della radio: -41,6% a marzo e -8,9% nel trimestre. Anche internet ne risente: sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising, comprendente search, social, classified (annunci sponsorizzati) e i cosiddetti “Over The Top” (OTT), a marzo si ferma a - 19,2%, limitando la perdita del trimestre a -2%, la minore tra tutti i mezzi. Outdoor e Transit soffrono in particolar modo le limitazioni alla circolazione di mezzi e persone, con cali a marzo rispettivamente del 47,4% e 60,9% (-22,6 e -30,2 nel trimestre). Fatturato a quota zero nel singolo mese per GoTV e Cinema; direct mail in calo del 58,2% a marzo (-24,8% gennaio – marzo). Per quanto riguarda i settori merceologici, invece, a marzo la gestione casa e enti / istituzioni sono incrementi rispettivamente del 17,5% e 9,8% (+6,3% e +17,2% nel trimestre). Nel singolo mese calano tutti gli altri, in particolar modo turismo / viaggi (-85,4%) e tempo libero (-80,1%). Per il periodo gennaio – marzo, grazie al buon andamento del bimestre, mostrano resilienza altri quattro settori che chiudono in positivo: distribuzione (+7,9%), bevande / alcolici (8,7%), industria / edilizia / attività (5,9%), elettrodomestici (3,0%). «Visto l’andamento del primo bimestre avremmo potuto prevedere un marzo in crescita rispetto allo scorso anno, ma l’effetto Covid si è abbattuto sugli investimenti pubblicitari, in Italia come in tutti i principali mercati, prendendosi quasi un terzo della raccolta di marzo 2019 – ha dichiarato Alberto Dal Sasso -. La mancanza di un manuale per la gestione di questa situazione atipica ha dato luogo a un inedito paradosso, ossia il rallentamento della pubblicità nonostante la fruizione dei media, soprattutto i più redditivi dal punto di vista commerciale, stesse crescendo». Dietro questo calo ci sono una serie di fattori che hanno impattato in misura diversa seppur tutti determinanti: l’effetto quantità (calo del numero degli spot acquistati e trasmessi), l'effetto lockdown su mezzi come cinema e out of home, l'effetto prezzo (dettato da uno squilibrio tra domanda e offerta di spazi) e l'effetto eventi (annullamento appuntamenti mediatici/sportivi). Se tali contingenze legate alla pandemia non fossero avvenute, Nielsen stima che il mercato avrebbe potuto segnare una chiusura in positivo nel mese di marzo, con un +3% rispetto allo scorso anno.