Nielsen, partenza con il segno più per la pubblicità nel 2023: a gennaio investimenti a +1,9%
La società segnala un andamento in crescita per tutti i mezzi, ad eccezione di periodici e direct mail, e la ripresa della spesa advertising del comparto automotive
Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia inizia l’anno con il segno più: a gennaio la crescita è stata dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2022. Se si esclude dalla raccolta web la stima di Nielsen su search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT), l’andamento del mese di gennaio 2023 risulta positivo per il 2,1%, un risultato che indica una leggera frenata della spesa sulle grandi compagnie tech americane.
“Parte sotto i migliori auspici il 2023. Tutti i mezzi sono in crescita: non accadeva dal giugno 2021 e il dato in quel periodo era riferito al giugno 2020 che ci riporta al nefasto periodo del lock-down”, commenta Alberto Dal Sasso, Adintel Southern Europe Cluster Leader di Nielsen. “Torna ad investire l’automotive (+11 milioni di euro) che compensa la riduzione (-11 milioni) del settore Alimentare”. Una performance particolarmente positiva perché la pubblicità “nel 2022 cresceva nei primi due mesi”, e perché lo scorso dicembre si sono svolti i Mondiali di calcio, evento che come da tradizione ha “assorbito un investimento importante”.
Relativamente ai singoli mezzi, la televisione è stabile (+0.2%), la radio cresce del 7,8%, i quotidiani del 3,8%, mentre i periodici registrano un calo del 3,5%.
Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising registra un incremento del 2,2% rispetto a gennaio 2022 (+7,7% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet).
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Confermano poi l’andamento positivo i mezzi out of home (+33,6%) e la Go Tv (+77,8%). In negativo il direct mail (-5%), mentre il cinema chiude con un aumento del 6%.
Per quanto riguarda i settori merceologici, Nielsen ne segnala 14 in crescita, con un apporto di circa 34 milioni di euro. il contributo più importante arriva da Automobili (+49,1%), Turismo/Viaggi (+67,9%), Industria/Edilizia/Attività (+86,9%) e Farmaceutici/sanitari (+10,6%). In sensibile calo invece gli investimenti di Alimentari (-23,8%), Distribuzione (-10,2%) e Media/Editoria (-19%).