Pubblicità su Netflix, il sondaggio di Sensemakers sul pensiero degli italiani
Secondo l'analisi svolta su un campione rappresentativo risulta che il 15% degli intervistati disdirebbe l'abbonamento alla piattaforma dopo l'introduzione dei formati adv
Dopo la notizia dell'imminente arrivo di un livello di abbonamento supportato dalla pubblicità sul noto servizio di streaming Netflix, Sensemakers, società di consulenza specializzata nell'analisi dei media e dei comportamenti digitali, ha condotto un'analisi e un sondaggio per scoprire cosa pensano gli italiani di questo cambiamento.
Lo studio si basa su un campione rappresentativo di 1000 viewer di contenuti video su piattaforme AVOD/SVOD/TVOD almeno 2-3 volte a settimana (tramite streaming live/on demand). Le quote rappresentative sono suddivise per genere, età (compresa tra 18 e 64 anni), area geografica, ampiezza centri e livello di istruzione.
Leggi anche: UFFICIALE: L’ABBONAMENTO ‘BASE CON PUBBLICITÀ’ DI NETFLIX ARRIVERÀ IL 3 NOVEMBRE E COSTERÀ 5,49 EURO
Tra i principali dati raccolti risulta che oggi gli abbonati Netflix in Italia sono poco meno di 5 milioni, ma per convertire gli abbonati in spettatori Sensemakers considera due fattori: la condivisione delle password di accesso (il 65% degli abbonati italiani di Netflix dichiara di condividere le proprie credenziali di accesso con una o più persone) e il co-viewieng (le persone guardano insieme i contenuti soprattutto serie TV e film su televisione connessa).
La società dunque, stima che gli spettatori medi giornalieri di Netflix siano 5 milioni e 20 milioni quelli mensili.
Alla domanda sulla parità di contenuti offerti, il campione ha risposto che preferirebbe: una piattaforma a pagamento, senza pubblicità (32%), una piattaforma gratuita, con interruzioni pubblicitarie (29%), una via di mezzo, con prezzo inferiore e poca pubblicità (39%) e un abbonamento con interruzioni pubblicitarie (68%).
Sulle intenzioni di sottoscrizione relative all'introduzione di pubblicità su Netflix, il 15% ha risposto che disdirebbe l'abbonamento, il 25% si aspetterebbe di pagarlo di meno, il 19% sarebbe meno soddisfatto e il 41% del campione non cambierebbe giudizio sul servizio.
“Netflix dovrà cercare un punto di equilibrio tra il bisogno di non cannibalizzare i propri ricavi da sottoscrizione ed estendere progressivamente le proprie audience pubblicitarie (inizialmente molto contenute). Gli investitori televisivi hanno infatti generalmente bisogno di raggiungere fasce molto ampie di popolazione e su questo fronte i broadcaster tradizionali vantano ancora un grande vantaggio” ha dichiarato Fabrizio Angelini, CEO Sensemakers - Comscore Italia.