Il picco di ascolti della prima serata è stato raggiunto durante l'intervento di Daniela Di Maggio. Credits foto: ufficio stampa Rai
Amadeus ha battuto ancora una volta se stesso. La prima serata del Festival di Sanremo è andata in archivio con una share record del 65,1%. Per trovare un dato più alto bisogna scomodare il mitico Pippo Baudo, che nell’edizione del 1995 con Anna Falchi e Claudia Koll ottenne il 65,15% nella serata d’esordio.
A dire il vero poi a livello assoluto il numero di ascoltatori medi segnala una leggera flessione rispetto all’anno scorso (media di 10.561.000 spettatori contro 10.757.000), ma va detto che lo scorso anno la prima serata si era chiusa un po’ prima, ossia all’1:40 invece che alle 1:59, e una ventina di minuti in più in quella fascia oraria inevitabilmente sporca le medie. Considerando poi anche gli small screen, che hanno fatto registrare 320 mila spettatori medi con un più 27 per cento rispetto al 2023, l’ascolto totale medio della prima serata arriva a 10 milioni 900 mila telespettatori.
Come show, la macchina orchestrata da Amadeus, giunta alla quinta (e ultima, come da lui già detto) conduzione consecutiva, è oliatissima. Martedì sera il numero record di canzoni in gara – ben 30 – faceva temere il peggio in termini di orario di chiusura. Invece è filato tutto liscio, grazie a una sceneggiatura essenziale, fatta di canzoni in rapida sequenza e poche concessioni a divagazioni e ospiti, trattenuti giusto l’indispensabile. C’è stato comunque spazio per una spettacolare esibizione spettacolare di Marco Mengoni, a cui sono state unanimemente riconosciute anche ottime doti di conduttore, anzi di “co-co”, come lo ha definito Amadeus. La scaletta è stata rispettata e il tutto è risultato scandito da un buon ritmo, favorito anche dal generale trend ballabile che caratterizza le canzoni in gara, molte dalla vena quasi dance.
In termini assoluti, il picco di ascolti della prima serata di Sanremo 2024, con 16.786.000 spettatori davanti allo schermo, è stato raggiunto alle 22.09, quando sul palco è salita per un toccante intervento Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista napoletano ucciso da alcuni colpi di pistola la sera del 31 agosto del 2023. In quanto a share invece il picco con il 70,1% è arrivato poco dopo la mezzanotte, quando ad esibirsi sul palcoscenico c’era Big Mama.
Sul fronte commerciale, prosegue il lavoro di brand integration intrapreso da alcuni anni da Rai e Rai Pubblicità per portare gli sponsor principali “dentro” la diretta. Un’operazione che ha senz’altro contribuito ai record di raccolta in successione (quest’anno si stima che nelle casse della Rai stiano entrando 55/60 milioni) e che grazie a format ormai rodati fa sì che la scansione dei vari collegamenti esterni tra navi, balconcini e palchi aggiuntivi sia fluida e tutto sommato funzionale alla trasmissione, anche se non manca sulla stampa qualche critica sia per l’allungamento complessivo dei tempi, sia perché si aggiunge musica a musica e questo penalizza un po’ l’enfasi sulle canzoni in gara.
Aspetto interessante invece è il numero sempre maggiore di aziende che usano il Festival come occasione per realizzare e lanciare nuove campagne pubblicitarie, molte delle quali capaci di agganciarsi nel racconto della kermesse in maniera naturale. C’è chi declina in pubblicità il tema di Sanremo - come hanno fatto Netflix, Spotify, Costa Crociere, Generali, per certi versi Coca-Cola – chi usa la musica e le sue stelle come espediente narrativo (lo spot “carota” di Esselunga, L’Oréal con la nuova testimonial Elodie), chi semplicemente sfrutta il picco di visibilità per presentare creatività nuove di zecca e originali (Pupa, Eni, Borotalco, Veneta Cucine, Now, Lavazza, Sephora, Veralab e altri). Il paragone con il Super Bowl, fatte le debite proporzioni, regge. Anche se con una sua specificità. Come ha evidenziato più volte l'AD di Rai Pubblicità Gian Paolo Tagliavia, Sanremo sta prendendo le sembianze di un evento “diffuso”, che dal Palco dell’Ariston e dagli schermi della TV si estende al territorio. Un numero sempre crescente di brand affolla la città non solo per mostrare il proprio marchio ma per far vivere divertimento ed emozione a tutto il pubblico, quello in città e quello via etere/cavo.
Di questo interessante indotto beneficia la Rai, certo, ma non solo, visti i tanti sponsor raccolti dalle iniziative di altri media posizionati fuori dal flusso principale. Buon per tutti: “evento diffuso” vuole dire anche questo.