Gebrüder Thonet Vienna, marchio di arredo internazionale, torna al Salone del Mobile con un’installazione che intreccia tradizione e innovazione. Il progetto, curato da Versostudio - studio di progettazione e innovazione parte di Arsenalia - reinterpreta lo spazio espositivo come un ambiente immersivo in cui il visitatore non si limita a osservare, ma diventa parte attiva di un’esperienza che riscopre l’eredità del brand in una chiave contemporanea.
Ispirata all’atmosfera dei caffè viennesi, luoghi simbolo della storia di Gebrüder Thonet Vienna, l’installazione si sviluppa come un dialogo tra passato e presente. L’approccio del "Contemporary Elegance" si riflette nei dettagli, con un richiamo alla tradizione del brand reinterpretato in chiave visiva contemporanea.
Il concept: un intreccio di classicismo e modernità
L’estetica dell’allestimento gioca su un equilibrio tra tradizione e sperimentazione, trovando espressione in un ambiente monocromatico che mette in evidenza le forme del design di Gebrüder Thonet Vienna. Lo spazio, ispirato alle alcove dei caffè fin de siècle, si articola in nicchie dedicate a esaltare diversi tipi di ambienti arredati dal brand, culminando in un bancone circolare centrale pensato come punto d’incontro tra design e convivialità.
Grazie alla collaborazione con Versostudio e Arsenalia, Gebrüder Thonet Vienna abbraccia una dimensione più narrativa e coinvolgente anche dal punto di vista espositivo.
“Abbiamo voluto creare uno spazio da vivere, capace di restituire il valore di Gebrüder Thonet Vienna attraverso un’esperienza sensoriale e immersiva”, raccontano Andrea Galanti e Richard Ceccanti, architetti di Versostudio. “L’obiettivo era bilanciare heritage e contemporaneità, trasformando l’installazione in un luogo capace di accogliere e sorprendere.”
Versostudio per Gebrüder Thonet Vienna. I crediti
Ecco chi ha lavorato al progetto per il Salone del Mobile.
- Concept design: Andrea Galanti, Richard Ceccanti - Versostudio by Arsenalia
- Progetto esecutivo e produzione: Kibox
- Styling: Paola Pastorini
- Fotografie: Michela Pedranti