Nessuna sorpresa per il settore dell’editoria dal Decreto rilancio varato il 13 maggio dal Governo Conte. Il testo definitivo conferma infatti le anticipazioni della vigilia. Limitatamente all’anno 2020, dunque, il credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari passa dal 30 al 50%. Viene quindi introdotto, sempre in via straordinaria per il 2020, un credito d’imposta dell’8% della spesa sostenuta nell’anno 2019 per l’acquisto della carta utilizzata per la stampa di libri e giornali. Arriva anche il credito di imposta al 30% per le spese digitali sostenute dagli editori, ovvero per servizi di server, hosting, manutenzione evolutiva delle testate digitali e di gestione della connettività. In questo caso, il limite di spesa previsto è di 8 milioni di euro. Non manca inoltre il cosiddetto Bonus edicolanti, categoria a cui viene“riconosciuto un contributo una tantum fino a 500 euro, entro il limite di 7 milioni di euro per l’anno 2020”. Sempre solo per il 2020, “l’applicazione dell’Iva per il commercio di quotidiani e di periodici” avverrà “con una forfetizzazione del reso al 95%, in luogo dell’80% per cento previsto in via ordinaria”. Al fine di garantire il pagamento entro i termini di legge del rateo del contributo all’editoria in favore delle imprese beneficiarie, "la verifica della regolarità previdenziale e fiscale prevista per il primo pagamento è cancellata. La verifica rimane invece operativa in previsione del saldo del contributo". Per quanto riguarda le agenzie di stampa e tv nazionali, la durata dei contratti per la fornitura al Governo di servizi giornalistici viene estesa infine fino al 30 giugno del 2021, mentre i termini per le procedure di riequilibrio finanziario dell’Inpgi, la cassa previdenziale dei giornalisti, saranno state differite di 6 mesi, dal 30 giugno al 31 dicembre 2020.
Contributi a fondo perduto e cassa integrazione
Ma non è tutto, perché le imprese editoriali potranno ricorrere ad altre misure previste dal Decreto. Come
i contributi a fondo perduto per imprese e professionisti colpiti dalla crisi economica, parametrati alla perdita di fatturato tra aprile 2020 e lo stesso mese del 2019. Potrà accedere a questo tipo di aiuto che non ha avuto nel 2019 un giro d’affari superiore a 5 milioni. Inoltre, tra i due mesi di aprile, la perdita del fatturato o dei compensi dev'essere di almeno un terzo. Inoltre, il Decreto Rilancio modifica il Cura Italia e introduce per quelle aziende che hanno già completamente utilizzato le prime 9 settimane di
cassa integrazione, di chiederne ulteriori 5 sempre con la causale Covid-19, da utilizzare per la riduzione o la sospensione di attività lavorativa entro il termine del 31 agosto 2020. In totale, dunque si tratta di 14 settimane fruibili tra il 23 febbraio e il 31 agosto. Il testo introduce quindi altre 4 settimane aggiuntive di cassa Covid-19 utilizzabili dal 1° settembre e al 31 ottobre.
La soddisfazione della Fieg
“Esprimiamo apprezzamento al Governo e al Sottosegretario Martella per le misure per l’editoria presenti nel Decreto Rilancio, perché costituiscono un significativo riconoscimento del ruolo e della funzione della stampa nel nostro Paese in un momento di particolare criticità per tutti gli italiani”, ha commentato i
l Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti. “Nel decreto, ha proseguito Riffeser, sono previste alcune importanti misure. Il potenziamento degli incentivi per la pubblicità sui giornali, con il credito d’imposta del 50% sul totale degli investimenti del 2020 (invece del 30% sulla parte incrementale), il regime straordinario di forfettizzazione delle rese portato al 95%, il credito di imposta per le imprese editrici di giornali per l’acquisto della carta utilizzata per la stampa e per l’acquisizione di servizi digitali, l’assegnazione di un aiuto a fondo perduto alla rete di vendita, costituiscono un utile insieme di interventi per sostenere il settore investito da una crisi senza precedenti. Auspichiamo ora, ha concluso Riffeser, un rapido iter di approvazione e che in Parlamento tutte le forze politiche, che ringraziamo per avere sostenuto l’editoria con le loro iniziative, confermino la volontà già manifestata di introdurre le altre misure necessarie per il settore e per salvaguardare la filiera dell’informazione che dà lavoro a 90.000 persone”.